«Solo l’istruzione ci può salvare dalle macchine»
Susskind: «Il problema di domani non sarà la disoccupazione ma la carenza di competenze»
TRENTO Lavoro e tecnologia? Guardando le stime per il futuro il titolo del Festival dell’Economia di quest’anno si sarebbe potuto declinare in «Tecnologia e disoccupazione»: cinque milioni di posti di lavoro in meno nel mondo entro il 2020 (World economic forum), un terzo dei lavoratori statunitensi sostituti da robot entro il 2050 (Brookings institution), crescita della cosiddetta «classe inutile», cioè persone disoccupate e non occupabili per mancanza di competenze. Che fare dunque? Per Daniel Susskind, ricercatore a Oxford e autore assieme al padre Richard dell’acclamato libro «The future of the professions» (2015), è fondamentale «puntare sull’istruzione e la formazione, acquisire capacità e competenze aggiornate con l’evoluzione tecnologica in atto. Il problema non sarà tanto la disoccupazione quanto il fatto che le persone non saranno abbastanza competenti per svolgere certi lavori. Le strade che i giovani lavoratori – la categoria più arrabbiata col mio libro, visti gli sforzi compiuti per una formazione rivelatasi di colpo obsoleta – oggi devono percorrere sono due: competere con le macchine o costruirle». Attraverso una breve storia dell’evolu- zione tecnologica, rivelatasi esponenziale, pervasiva e potenzialmente inarrestabile, Susskind mette in luce come l’enorme capacità di acquisizione e utilizzo dei dati da parte delle macchine le renda più efficaci ed efficienti degli esseri umani: «Le macchine possono fare le stesse cose meglio e in modi diversi; per questo anche le professioni che non prevedono, se non in parte, attività ripetitive e meccaniche bensì intellettuali (avvocati, medici, giornalisti, insegnanti, bancari, consulenti) potranno essere svolte – e in una certa misura lo sono già – dalle macchine. La tecnologia – conclude Susskind – cambia i modi di vedere e svolgere le professioni, di risolvere i problemi; certo, si pone poi anche una questione morale con degli ipotetici limiti di utilizzo (ad esempio sentenze mediche e legali, usi militari)».
Best seller Daniel Susskind ha scritto insieme al padre Richard di «The future of the professions»