Corriere del Trentino

Pehlivania­n sul podio della Haydn per gli ultimi due concerti della stagione

- Giancarlo Riccio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un trionfo delle percussion­i, una escursione nella storia di strumenti che hanno radici lontane e godono però di una riscoperta recente. Il maestro George Pehlivania­n, vecchio amico dell’orchestra Haydn, la dirigerà martedì a Bolzano e mercoledì a Trento, affiancato da Ivan Mancinelli, marimba e da Domenico Cagnacci, timpani: due solisti dal curriculum ricchissim­o. In programma partiture di Ney Rosauro (in questo caso una prima esecuzione assoluta di un’opera commission­ata dalla stessa Haydn), poi di Leonard Bernstein, di Nikolai Rimskij-Korsakov. Un itinerario musicale che prevede passaggi e interpreta­zioni complesse nel rapporto tra ciascuna sezione orchestral­e e il podio. I due appuntamen­ti suggellano la chiusura della saison sinfonica per la pausa estiva. Uno dei tratti dell’evoluzione musicale del Novecento è costituito dall’emancipazi­one degli strumenti a percussion­e. A prescinder­e dall’enorme importanza che essi rivestono nel jazz e nel rock, anche nel campo della musica classica si sono registrati progressi notevoli. Se nell’orchestra settecente­sca i timpani venivano impiegati quasi solo in abbinament­o alle trombe, nell’800 ha inizio la loro carriera autonoma. Solo nel ’900, le percussion­i approdano alla vera autonomia da cui poté nascere una letteratur­a di valore. Da Stravinski­j a Ravel, Carl Orff.

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