Pehlivanian sul podio della Haydn per gli ultimi due concerti della stagione
Un trionfo delle percussioni, una escursione nella storia di strumenti che hanno radici lontane e godono però di una riscoperta recente. Il maestro George Pehlivanian, vecchio amico dell’orchestra Haydn, la dirigerà martedì a Bolzano e mercoledì a Trento, affiancato da Ivan Mancinelli, marimba e da Domenico Cagnacci, timpani: due solisti dal curriculum ricchissimo. In programma partiture di Ney Rosauro (in questo caso una prima esecuzione assoluta di un’opera commissionata dalla stessa Haydn), poi di Leonard Bernstein, di Nikolai Rimskij-Korsakov. Un itinerario musicale che prevede passaggi e interpretazioni complesse nel rapporto tra ciascuna sezione orchestrale e il podio. I due appuntamenti suggellano la chiusura della saison sinfonica per la pausa estiva. Uno dei tratti dell’evoluzione musicale del Novecento è costituito dall’emancipazione degli strumenti a percussione. A prescindere dall’enorme importanza che essi rivestono nel jazz e nel rock, anche nel campo della musica classica si sono registrati progressi notevoli. Se nell’orchestra settecentesca i timpani venivano impiegati quasi solo in abbinamento alle trombe, nell’800 ha inizio la loro carriera autonoma. Solo nel ’900, le percussioni approdano alla vera autonomia da cui poté nascere una letteratura di valore. Da Stravinskij a Ravel, Carl Orff.