Corriere del Trentino

Rilancio del Bondone, il piano piace «Buono strumento, ora usiamolo»

Alberto Barbieri (Hotel Montana): «Non finisca in un cassetto»

- di Andrea Rossi Tonon

«Avrà efficacia? Non lo TRENTO so dire. È fatto bene? Sicurament­e sì». Il masterplan per il rilancio del monte Bondone presentato mercoledì sera in consiglio comunale raccoglie il consenso di Alberto Barbieri, erede della storica famiglia che da oltre cinquant’anni gestisce l’hotel Montana.

Barbieri è uno dei portatori di interesse coinvolti nei circa 80 incontri sul territorio organizzat­i dal gruppo di lavoro, coordinato dall’architetto Alessandro Oliveri, che si sono svolti negli ultimi mesi. Il confronto con loro, incrociato con gli aspetti tecnici, ha portato all’elaborazio­ne del corposo documento illustrato mercoledì sera. «Uno strumento messo a disposizio­ne dell’amministra­zione comunale, da cui dipende il suo utilizzo» sottolinea Barbieri, che per tale ragione non condivide le critiche mosse al masterplan «che alcuni hanno detto essere troppo vago e senza cifre: non era questo il suo compito».

La - presunta - vaghezza, inoltre, era difficilme­nte evitabile secondo l’imprendito­re. Ciò per la stessa costituzio­ne del Bondone. «Non permette scelte dicotomich­e» evidenzia l’imprendito­re, spiegando che il monte ha una «stratifica­zione» di problemi che si incrociano: nodi sociali, carenze architetto­niche, debolezze turistiche. Esempio concreto di ciò che sarebbe potuto accadere qua- lora l’agenda di sviluppo fosse stata più puntuale è rappresent­ato, secondo Barbieri, dall’impianto di risalita: «Se vi fosse stato scritto di farlo avrebbe attirato le critiche di chi è contrario e viceversa». Come espresso dallo stesso architetto, invece, uno dei valori sottesi al piano è quello di unire le esigenze dei portatori di interesse fondando le azioni sulla «catena dei valori». Contenitor­e di tutto ciò è quella «cabina di regia» che secondo qualcuno si presentere­bbe come soggetto fumoso: «Invece farebbe risparmiar­e tempo — ritiene Barbieri — Se prendiamo in mano la carta catastale e guardiamo la zona della Cordela, per esempio, ci accorgiamo che è tutta stratifica­ta. Riunire i soggetti coinvolti in un organismo può consentire a chi ha un’idea di presentarl­a in modo completo».

A questo punto, dopo mesi di lavoro, «sarebbe un peccato se il piano venisse chiuso in un cassetto e dimenticat­o».

Le critiche Un testo vago e senza cifre? Impossibil­e fare diversamen­te e non era questo il suo compito

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