Dolomiti Pride: musica, colori, orgoglio Diecimila persone gridano la diversità
Rossi e Fontana nel mirino dei manifestanti. Zanella incalza il M5s: prendete posizione
Diecimila persone per il Dolomiti Pride. Un fiume di gente tra slogan e colori ha attraversato ieri la città festosamente insieme a famiglie e bambini. In serata il finale al quartiere Le Albere. Rossi e Fontana canzonati dai manifestanti. Il portavoce Zanella incalza il M5s: prendete posizione. Andreatta: qui per partecipare a una festa.
Dopo la pioggia arriva sempre l’arcobaleno. E ieri, a Trento, in una giornata di sole calda e radiosa, se ne sono visti almeno diecimila. Una cifra di gran lunga superiore alle aspettative degli organizzatori. A testimonianza che davvero quello delle Dolomiti è stato un Pride «comunitario». Lo aveva detto nei giorni scorsi, lo ha gridato ieri dal palco Paolo Zanella, coordinatore e portavoce dell’evento: «Questo è il Pride che le persone hanno vissuto con la comunità lgbt, il Pride degli alleati che si battono per i diritti delle minoranze e sono scesi in piazza insieme a noi».
Dell’ottantina di adesioni che la manifestazione ha ricevuto si è detto molto, ma il fiume di persone che ieri pomeriggio ha attraversato il capoluogo è stata la conferma più importante per chi per nove mesi ha dedicato tempo ed energie alla riuscita del Pride dell’«orgoglio oltre i confini»: c’è anche chi ha sfilato in Lederhosen riparandosi con gli ombrelli a quadri bianco-azzurri come la bandiera della Baviera. Ci vuole più di mezz’ora dalla partenza della parata prima che anche la coda del corteo lasci piazza Dante: un serpentone arcobaleno lunghissimo fatto di musica, colori, gioia che si snoda da via Gazzoletti giù fino in piazza Venezia e attraverso il cuore della città fino al parco Fratelli Michelin, letteralmente invaso dalle persone. Ci sono le associazioni che il Pride l’hanno organizzato (i circoli Arcigay del Trentino e di Bolzano, la rete Elgbtqi* regionale, Agedo e Famiglie arcobaleno), ma anche i sindacati, l’Unione degli universitari con un camioncino festante e rumoroso sulla quale sono esposte le foto di «Uguette Roxanne» (il governatore Ugo Rossi) e «Madame Le Fontaine» (il ministro Lorenzo Fontana), l’Anpi solo per citarne alcune. C’è chi guida con la bici un altare in miniatura con tanto di arco ricoperto di fiori e la scritta «Marry me», dove le coppie si inginocchiano per scambiarsi un bacio. E poi ci sono i cittadini. Tanti, di tutte le età, provenienti da ogni parte d’Italia e oltre. È anche un Pride sobrio, in cui l’unica concessione alla stravaganza sono il carro con le drag queen e qualche parrucca fosforescente. Ma «tutto ciò che conta è l’amore» come recita uno dei tanti manifesti colorati che affollano la parata.
Anche la senatrice Monica Cirinnà invia un videomessaggio: «Il mio cuore sarà con voi — assicura — io sarò al Pride di Roma ma il grido sarà lo stesso: vogliamo uguaglianza, dignità, laicità, libertà». Quando lo striscione raggiunge il palco sono le sei di pomeriggio e il quartiere Le Albere viene invaso pacificamente in men che non si dica da una folla allegra e colorata: chi stende una coperta e si accampa sul prato, chi approfitta dell’area relax per rilassarsi, i tanti genitori guardano i loro figli scatenarsi fra i giochi e arrampicarsi sulle sculture del parco. È una «festa gioiosa» come ricorda anche il sindaco Alessandro Andreatta dal palco: «Non sono qui per commentare le parole del ministro Fontana o l’assenza di Arcilesbica, non mi interessa chi dia o meno i patrocini, sono qui per partecipare a una festa — afferma il primo cittadino — contro ogni discriminazione e per dire che Trento è una città del dialogo e del confronto e questa festa ne ha favorito ulteriormente l’inclusività». L’assessora Sara Ferrari, che assieme all’assessore comunale Andrea Robol ha portato lo striscione in testa al corteo, le sue parole — applauditissime — se l’è scritte «perché voi mi emozionate»: «La cultura e l’abitudine escludono chi non corrisponde a un modello unico — afferma — ma se non sappiamo riconoscerci fra cittadini e trovare belle, ricche e forti le nostre diversità ci faremo del male a vicenda. Tanti trentini e non solo sono qui a dire “la libertà altrui mi interessa perché mi riguarda, non solo perché non mi nuoce”».
«Il momento politico è difficile — conclude un emozionatissimo Zanella chiedendo dal palco ai rappresentanti dei Cinque stelle di “prendere una posizione chiara al governo sui diritti lgbt” — È il momento del coraggio, il momento di resistere: i diritti o sono di tutti o non sono di nessuno».