Partiti concordi «Grande sfilata»
Folta la partecipazione di politici: dal sindaco Andreatta a diversi consiglieri provinciali. I partiti concordano: «Bellissima sfilata».
TRENTO Anna e Lisa si aggirano per il parco Fratelli Michelin con un gelato. La pronuncia che si fa più marcata sulle «r» tradisce la loro provenienza altoatesina. A novembre diventeranno mamme, «ma non vogliamo sapere se sarà un bimbo o una bimba». Si scambiano uno sguardo complice e carico d’amore. «Vedere così tante persone qui insieme a noi pensando al figlio che nascerà ci riempie di speranza e ottimismo — dicono — al di là delle prese di posizione della politica».
Non si contano le famiglie al Dolomiti Pride. Sono forse la componente più numerosa. Michele e Mara sono scesi in piazza con i loro passeggini «per solidarietà». Ma anche per «far vedere ai bambini la varietà del mondo e per crescerli nel rispetto delle diversità». Eric e Astrid, le guance arcobaleno, giocano spensierati. Anche Monica e Sergio, di Ravina, hanno portato i loro figli Leonardo e Ginevra al loro primo Pride. Anche se a vederli si direbbe sia stata la bimba più piccola a portare loro: bandiera arcobaleno ben legata in spalla, sbocconcella un toast e racconta di come «alla parata c’è il nonno e io lo voglio vedere». Nicola, Niccolò e Carlotta sprigionano dal volto, impreziosito da glitter e arcobaleni, la bellezza dei loro vent’anni. Vengono da Belluno e Vicenza «perché è un momento importante in cui siamo tutti riuniti» spiegano. «Io manifesto per i diritti» precisa Carlotta. «Perché ognuno deve sentirsi libero di essere quello che vuole» le fanno eco gli altri.
Giancarlo e Valerio, invece, sono insegnanti: «Ho incontrato anche qualche mio ex studente — rivela il primo — tutte le lezioni sui diritti civili hanno sortito degli effetti». «Vedere tante famiglie con figli ci dà speranza per il futuro — evidenzia il secondo — è una grande festa di partecipazione civile: come si va in piazza il 25 aprile o il primo maggio, così si va al Pride: è una festa di popolo». Teresa e Chin si sono sposate e sono rientrate da poco in Italia, a Bergamo: «Avevamo bisogno di conferme, di questa energia, di far parte di un movimento — spiegano — soprattutto in questi giorni in cui ci sentiamo oppresse dalle dichiarazioni di chi dovrebbe rappresentare tutti». «Sono qui con il cuore — tiene a dire anche Anna Maria, anche lei insegnante — perché i figli ha diritto ad averli chi li vuole, li ama e li cresce».
Monica e Sergio Siamo venuti con i figli per mostrare loro la varietà del mondo e crescerli nel rispetto