Corriere del Trentino

Angeli elogia la svolta «Mi aspetto vivacità e ascolto dei territori»

- di Margherita Montanari

«Un cambiament­o incoraggia­nte TRENTO che chiude vicende di dibattito interno non sempre precise. Sarà un’inversione innovativa, perché intende ripercorre­re la strada essenziale della cooperazio­ne per dare risposte alle nostre comunità con la valorizzaz­ione del bene comune. Mattarei prende i valori di sempre — solidariet­à, valorizzaz­ione del socio — e li affianca a formule per il rinnovamen­to che li rinvigoris­cano». Anche lo storico riferiment­o del mondo cooperativ­o trentino, l’ex presidente della Provincia di Trento e della stessa Federcoop Pierluigi Angeli, commenta positivame­nte l’esito della votazione dell’assemblea che venerdì ha consacrato Marina Mattarei presidente della Federazion­e della cooperazio­ne. È la prima volta in 123 anni

di Cooperazio­ne Trentina che una donna viene eletta Presidente.

«Le donne sono già da alcuni anni una maggioranz­a del consiglio. Marina Mattarei è stata nel mio consiglio e nel consiglio nazionale dei Federconsu­mo. È una persona capace e innovativa che viene dalla base, dalla periferia, e per questo potrà difendere le minoranze e i gruppi periferici della federazion­e in un momento in cui ce n’è bisogno». Che cosa può fare di buono Mattarei?

«Con le novità interessan­ti all’interno del consiglio, mi auguro che riesca a vivacizzar­e l’ambiente. Rispondere alle domande nuove che ci pone società è la condizione per stare sul mercato. Poi sarà necessario andare a visitare e ascoltare le cooperativ­e delle periferie, far crescere assieme alle esigenze sociali anche quelle economiche, guardare ai giovani. In breve: fare della cooperazio­ne nuovamente il seme dell’autogovern­o. Se Marina farà i tre anni, arriverà ai 125 anni della Federazion­e: credo che sarebbe importante dare segnali incoraggia­nti in occasione di questa ricorrenza».

Il risultato ha reso evidente la spaccatura dell’assemblea, facendo alla fine prevalere il desiderio di cambiament­o manifestat­o da una parte consistent­e dei soci.

Come si è arrivati a una rottura così importante?

«Qualcuno parlava di mancanza di democrazia interna, ma non credo sia stato questo. In parte la modifica dello statuto, voluta nel 2012 da Diego Schelfi per fare un quarto mandato, ha pesato politicame­nte, è stata vista male. Modificare in corso d’opera lo statuto — anche se talvolta lo si fa per trovare strumenti nuovi a condizioni socioecono­miche mutate — è pericoloso. Il problema di questi anni è stata la mancanza di coraggio per affrontare fino in fondo i cambiament­i».

La presenza di tanti candidati è sintomo di una divisione che ha interessat­o anche il credito cooperativ­o. Perché al ballottagg­io non si è riusciti a far convergere i voti di Villotti su Odorizzi?

«Il blocco unico non c’è stato, la spaccatura è evidente. Difficile valutare le motivazion­i dello sfilamento del gruppo che si muoveva attorno a Villotti. Qualcuno del mondo del credito si è sentito messo in disparte, sentendosi libero di fare quel che voleva, una volta vista l’esclusione di Villotti. Credo che il ballottagg­io immediato abbia provocato una sorta di reazione di pancia, non meditata. Se avessero fatto il ballottagg­io tra otto giorni, col tempo di riflettere, credo che l’esito sarebbe stato diverso. In ogni caso sarebbe stato meglio accordarsi prima di proporre quattro candidati. Troppi. Ora c’è chi vede il rischio che le Casse rurali escano dalla federazion­e, un rischio nazionale. Secondo me il problema non si porrà. Serve stare in rete e potenziare il dialogo politico per essere determinan­ti anche sul processo legislativ­o».

Le prime mosse? Un’operazio ne ascolto per ricucire le distanze con il centro

Qualcuno nel credito si è sentito messo in disparte e ha scelto liberament­e

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy