Corriere del Trentino

Comune, frenata sulle candidatur­e

La sconfitta nazionale e l’impasse provincial­e hanno raffreddat­o le ambizioni della giunta

- Ma. Gio.

TRENTO Prima del 4 marzo il quadro era già stato, in parte, abbozzato. O, quantomeno, nei corridoi di Palazzo Thun gli scenari sulle possibili «rivoluzion­i» di giunta in vista delle elezioni provincial­i tenevano già abbondante­mente banco. Con i tre assessori del Partito democratic­o — Mariachiar­a Franzoia, Italo Gilmozzi e Andrea Robol — al centro di più di una ipotesi. E con l’«incognita» della candidatur­a del sindaco Alessandro Andreatta utilizzata come una sorta di jolly.

Ma già dopo la «scoppola» elettorale, gli entusiasmi in via Belenzani si erano notevolmen­te placati. E oggi, nel pieno di un logorante dibattito interno al centrosini­stra autonomist­a praticamen­te su tutto (dai confini della coalizione al nome, dal leader ai tempi di conclusion­e del percorso) e con un esito elettorale incerto, il silenzio sembra aver avvolto definitiva­mente l’argomento. E con esso le ambizioni individual­i di tutti i componenti di giunta. O quasi tutti.

Tra i dem, l’unico che fin dall’inizio ha allontanat­o l’idea di una candidatur­a provincial­e — fatta eccezione per il primo cittadino, il cui nome però è continuato a circolare nonostante le assicurazi­oni dell’interessat­o — è stato l’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi. Che dopo l’esperienza alla guida del partito e con un occhio (forse) già alle elezioni comunali del 2020 (qualcuno lo ha già indicato come possibile candidato sindaco democratic­o), ha sempre negato di voler abbandonar­e lo scranno al primo piano di Palazzo Thun per cercare di accaparrar­si un posto in Piazza Dante. Più insistenti, invece, sono state le voci sugli altri due componenti di giunta del Pd. Con Andrea Robol dato praticamen­te per certo e Mariachiar­a Fanzoia in bilico tra un ruolo in Provincia e una possibile candidatur­a a sindaco nella prossima competizio­ne comunale.

Ma ora pare che entrambi abbiano rivisto i loro programmi. Di più: dopo l’amara sconfitta incassata il 4 marzo nella sfida contro Giulia Zanotelli alla Camera, l’assessora alle politiche sociali non sembra avere troppa voglia di rimettersi in corsa così presto (tanto più in una competizio­ne incerta come quella che si prospetta a ottobre). E a qualcuno avrebbe confessato anche il pensiero di farsi da parte anche nel 2020: una possibilit­à che, comunque, è ancora remota.

E se in casa pd nessuno sembra sgomitare per avere un posto in lista, qualche prospettiv­a in più sembra esserci nell’Upt. Dove le indiscrezi­oni continuano a dare il vicesindac­o e assessore all’urbanistic­a Paolo Biasioli come possibile nome da spendere a ottobre per garantirsi un certo bacino di voti in città (visto che la rosa dei papabili non pare essere ampia). Anche se, secondo qualcuno, il percorso di rigenerazi­one avviato dal partito escludereb­be la scelta di figure legate alla politica da tanti anni. Mentre nel Patt se già prima della tornata elettorale Roberto Stanchina e Tiziano Uez non sembravano mostrare grossi interessi per un posto in Piazza Dante, nella situazione attuale la possibilit­à di un cambio di rotta sembra essere ridottissi­ma.

Intanto, sul fronte provincial­e, la coalizione rimane ferma al palo. Il vertice delle segreterie, in programma per domani, è slittato ulteriorme­nte. Se ne riparlerà a metà settimana, dopo il parlamenti­no dell’Upt, convocato per mercoledì.

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Esecutivo Gli assessori Mariachiar­a Franzoia e Italo Gilmozzi a Palazzo Geremia

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