Toponomastica, l’Svp «testa» il governo
Schullian chiede udienza alla ministra Stefani. Si punta a sbloccare la nomina delle commissioni Interrogazione di Biancofiore: «Salvini dica come intende tutelare il nostro gruppo linguistico»
BOLZANO Il dossier toponomastica potrebbe arrivare molto presto sul tavolo del governo. Subito dopo l’estate ci sarà l’udienza davanti alla Corte costituzionale e la Stella Alpina vorrebbe provare a riaprire la trattativa in extremis. Sarà questo uno dei primi banchi di prova su cui si misurerà il rapporto con il governo guidato da Giuseppe Conte. Ottenere un successo su un tema così strategico toglierebbe linfa ai secessionisti che continuano ad utilizzare la toponomastica come un cavallo di battaglia. Proprio nei giorni scorsi è partita una campagna con adesivi appiccicati sui cartelli informativi all’ingresso dei paesi che paragonano la toponomastica italiana «un crimine culturale». Ulteriori sorprese potrebbero arrivare stanotte con i fuochi del sacro cuore che ricordano la lotta di Andreas Hofer, un evento particolarmente caro ai secessionisti.
L’ultimo «regalo» del governo Gentiloni alla Svp fu la lettera inviata alla Corte costituzionale per ottenere il rinvio dell’udienza fissata il 7 marzo. É dal 2012 — anno in cui fu approvata la lex Durnwalder — che la questione è aperta, il contenzioso più antico tra tutti quelli ancora pendenti. L’Svp ha sempre cercato di evitare un giudizio che sicuramente sarebbe sfavorevole e che, oltre ad affossare la legge, fisserebbe dei paletti parecchio restrittivi.
Ora però sarà difficile ottenere nuovi rinvii a meno che non riparta una reale trattativa. Ma senza commissioni paritetiche non ci può essere nessuna trattativa così l’Svp vuol provare a stringere i tempi sulle nomine.
«Ho chiesto un incontro informale alla ministra Stefani» rivela il capogruppo Svp alla Camera, Manfred Schullian. «La toponomastica? Intanto vediamo di stabilire un dialogo» chiarisce il deputato della Stella Alpina.
Attualmente della Commissione dei Sei fanno parte tre rappresentanti dello Stato (Francesco Palermo, Daniel Alfreider e Brunhilde Platzer) e tre della Provincia (Karl Zeller, Dieter Steger e Roberto Bizzo). I parlamentari Volkspartei vogliono iniziare a ragionare con il governo per evitare che le nomine slittino alle calende greche e che tutte le trattative — incluse quelle sulla toponomastica — rimangano bloccate. Tra i papabili nuovi commissari di nomina statale circolano i nomi di Filippo Maturi e Paul Köllensperger ma per il momento sono solamente indiscrezioni. Di certo la ministra Stefani vorrà persone di fiducia per evitare sorprese.
La Lega ha già lanciato importanti segnali alla Volkspartei mentre i Cinque Stelle sono apparsi meno inclini a fare concessioni alla Stella Alpina. Il modo con cui sarà risolto il nodo toponomastica dirà quale delle due linee ha prevalso in seno al governo. Se quella inflessibile dei grillini o quella più dialogante della Lega che a ottobre aspira a prendere il posto del Pd in giunta provinciale accanto alla Volkspartei.
Viste le trattative sottotraccia, la coordinatrice di Forza Italia ha deciso di provare a stanare il governo e ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri Matteo Salvini (Interno) e Erika Stefani (Regioni).
«Si dice che il governo sia sovranista, spero vorrà tutelare la sovranità italiana anche in Alto Adige» esordisce Biancofiore. «Cosa intende fare il governo italiano — scrive la deputata forzista — per tutelare i confini, la lingua, la cultura e l’identità italiana dell’Alto Adige previste dallo stesso Statuto d’Autonomia e dalla nostra Costituzione e per contrastare efficacemente i costanti atti secessionistici che rischiano di far diventare l’Alto Adige la nuova Catalogna nel cuore della Mitteleuropa? Quali sono le misure che si intendono prendere per contrastare gli offensivi costanti richiami al fascismo per propagandare la negatività dello Stato italiano e perlopiù di tutto ciò che è italiano , in Alto Adige?».
Su tutti i cartelli in italiano spuntano adesivi con la scritta «nome fascista»