Corriere del Trentino

Boccone killer

- CAVALESE

Leggo con dolore della signora deceduta per un boccone inalato e la conseguent­e morte del nascituro. Credo sia importante diffondere come affrontare problemi di questo tipo. Fondamenta­le capire che la trachea parte dalla bocca si rivolge in direzione posteriore e inferiore. Necessario quindi mettere il soggetto in posizione ventrale e a testa in giù comprimend­o l’addome. Ricordo un episodio occorsomi moltissimi anni fa. Un paziente ricoverato per tubercolos­i ha avuto un’improvvisa emoftoe (sputo di sangue). Chiamato di urgenza sono accorso con un’infermiera bravissima e abbiamo trovato il paziente con la completa ostruzione da coagulo in trachea e in apnea (non respirava). L’infermiera mi ha guardato e mi ha detto: proviamo. Abbiamo avvicinato due letti mi sono messo con un piede su uno e l’altro sull’altro, abbiamo sollevato il paziente, l’ho trattenuto per i piedi mentre la infermiera comprimeva l’addome per fare sputare il sangue. Un’ora dopo il paziente era vivo e noi coperti di sangue. La procedura è questa: paziente a testa in giù, compressio­ne continua alternata all’addome per fare espellere il contenuto della trachea. Nel caso descritto il sangue continuava a uscire ma il problema era eliminare i

coaguli in trachea e nei bronchi. Qualora si inali un boccone di cibo probabilme­nte è

sufficient­e un colpo energico ma si deve sapere come.

Z.P.

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