Tar, bocciato il «sindaco «progettista»
Il Tar: non basta la delega, nel suo comune deve astenersi. Accolto il ricorso di un albergatore
Un progettista non può esercitare nel suo comune se ricopre la carica di sindaco. Lo ha stabilito il Tar. Per i giudici non basta che abbia trasferito le deleghe ad altri componenti della giunta.
TRENTO Il sindaco-progettista, ingegnere o geometra che sia, non può esercitare nel proprio comune, «non basta dare la delega delle competenze in materia di urbanistica ed edilizia ad altri».
È una sentenza che potrebbe fare scuola, ma anche rivelarsi dirompente soprattutto per i piccoli Comuni, quella dei giudici del Tar di Trento che hanno accolto il ricorso di un albergatore contro un piccolo Comune montano del Trentino. La vicenda è piuttosto semplice e non dissimile a molte altre che finiscono puntualmente sul tavolo dei giudici amministrativi. La società che gestisce un hotel aveva ottenuto dal Comune una seconda variante al permesso di costruzione con la quale era stata autorizzata a realizzare un solaio e l’ampliamento del parcheggio di pertinenza. Lavori che avrebbero fatto storcere il naso all’albergatore confinante. La società, proprietaria dell’hotel limitrofo, si è rivolta all’avvocato Flavio Maria Bonazza e ha impugnato gli atti del Comune e il nulla osta alla deroga urbanistica che di fatto dava il via libera ad un «significativo superamento — si chiarisce nel ricorso — dell’indice relativo alla superficie coperta». L’indice massimo stabilito dal Comune era del 40%, ma con la deroga avrebbe raggiunto il 72,19%. Troppo, secondo l’albergatore. Ma c’è di più.
Dopo l’inizio dei lavori il progettista ha rinunciato all’incarico ed è subentrato proprio il sindaco del Comune che è anche ingegnere con un proprio studio privato. Il primo cittadino era incaricato anche di un altro lotto sempre di pertinenza dell’hotel per il quale è stata presentata un’altra istanza di costruzione in deroga che stata sottoposta all’esame del Consiglio comunale. Nella seduta la maggioranza ha dato il via libera ai lavori, mentre la minoranza si è astenuta e ha stigmatizzato l’operato del Comune. Ma veniamo al punto: il sindaco, come previsto dalla legge, sarebbe uscito dall’aula in quanto si trovava in una posizione di conflitto e avrebbe delegato il vicesindaco, ma prima di uscire avrebbe spiegato le ragioni della deroga, presentato copia degli elaborati progettuali, «illustrando le caratteristiche della soluzione progettuale e ribadendo i contenuti del progetto». Precisazioni che, secondo l’albergatore, che ha invocato la violazione dell’art 14 del Dp Regionale del 2005, il sindaco non avrebbe potuto fare. Il sindaco, secondo il testo unico delle leggi regionali, «indipendentemente dalle deleghe a favore di altri componenti della giunta» aveva il divieto di svolgere attività professionali in materia di edilizia privata e pubblica. Inoltre ci sarebbe una discrepanza tra il verbale della seduta del consiglio comunale, nel quale di evidenziava l’uscita dall’aula del primo cittadino, e la registrazione della seduta. Un particolare non da poco, visto che i giudici del Tar hanno deciso di tramettere gli atti alla Procura di Trento per verificare l’ipotesi di falso.
Il Comune, da parte sua, rappresentato dagli avvocati Andrea Lorenzi e Marco Dalla Fior, hanno replicato punto per punto. In primis il sindaco non avrebbe partecipato alla seduta nella quale è stata deliberata la deroga, passando le funzioni al vicesindaco che avrebbe illustrato l’opera. «Il sindaco — sottolinea la difesa — non ha inciso sulla formazione della volontà dell’organo collegiale, inoltre la delega in materia urbanistica ed edilizia è nelle mani del vicesindaco. Ma questo non è bastato a convincere il collegio dei giudici. Secondo il Tar il sindaco non avrebbe neppure dovuto presenziare alla seduta. Inoltre ad avviso del Tar non basta che il sindaco, fin dal suo insediamento, abia conferito la delega in materia urbanistica ed edilizia al vice, «perché tale delega — precisano i giudici — non ha comunque inciso sulla sua posizione di organo di vertice dell’amministrazione e presidente della giunta comunale».