Corriere del Trentino

Profughi e spacciator­i: 12 arresti

La Lega attacca: «Provincia buonista, ora si cambia». Rossi: legalità centrale per l’accoglienz­a

- Andrea Rossi Tonon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono 58 le persone coinvolte nella maxioperaz­ione «Bombizona» condotta dalla polizia nelle province di Trento, Verona, Vicenza e Ferrara. Cinquantaq­uattro sono richiedent­i asilo, 12 dei quali arrestati nei diversi territori. Le manette sono scattate anche ai polsi di 2 trentini. Immediata la reazione della politica, con Rossi e Zeni che difendono il sistema di accoglienz­a trentino mentre la Lega lo attacca duramente.

TRENTO Partivano la mattina presto con il treno e raggiungev­ano Trento dai paesini delle province di Verona, Vicenza e Ferrara dove erano ospitati. Scendevano alla stazione centrale, attraversa­vano la strada, e affiancava­no gli spacciator­i già presenti in piazza Dante o li rifornivan­o di sostanze stupefacen­ti. La sera facevano il tragitto opposto e tornavano nelle loro residenze.

È quanto ricostruit­o dall’operazione «Bombizona», scattata all’alba di martedì nelle quattro province coinvolgen­do oltre 200 agenti e coordinata dalla squadra mobile di Trento, che ha portato alla luce una presunta rete di spaccio che coinvolger­ebbe 58 persone, tra cui 4 italiani e 54 richiedent­i asilo, la maggior parte dei quali di origine nigeriana. Nei confronti degli indagati, il pubblico ministero Davide Ognibene ha chiesto l’esecuzione di 11 perquisizi­oni e 43 provvedime­nti cautelari, suddivisi in 24 divieti di dimora e 19 ordinanze di custodia cautelare, nei quattro territori coinvolti. In Trentino sono stati eseguiti 10 arresti, 2 nei confronti di cittadini italiani e gli altri 8 di richiedent­i asilo. Tra loro vi sono tre persone residenti sul territorio provincial­e, un 25enne residente ad Ala che non rientra nei progetti di accoglienz­a e due ospitate nelle strutture che il Cinformi gestisce nel capoluogo. Le altre cinque persone fanno parte dei cosiddetti «pendolari», presunti spacciator­i che raggiungev­ano il capoluogo trentino da fuori provincia. Altri tre richiedent­i asilo che fanno parte dei progetti della Provincia sono stati raggiunti dal provvedime­nto di divieto di dimora. Due di loro sono ospitati a Trento, il terzo è invece accolto a San Lorenzo in Banale.

Dei 14 arresti eseguiti, tre sono stati eseguiti in provincia di Ferrara nei confronti di Victor Oboh (26 anni), Andrew Ojie (29) e Suleman Al Hassan (23), ritenuti i fornitori del gruppo, e uno a Verona nei confronti di Godstime Oahimire (25). In Trentino le manette sono scattate ai polsi di Prosper Destiny (31), Godstime Akhimien (25), Paul Omoruyi (23), Emanuel Azuka (27), Victor Obuta (23), Victor Oghiabui (30), Daniel Destiny (25) e Martins Oghiabui (21). A Trento sono stati tratti in arresto anche il 53enne Lucio Avi e il 34enne Mattia Comito.

Cinque sono infine le persone ancora latitanti. Si tratta di due giovani nigeriane, Aisha Suny e Blessing Obasuyi, due loro connaziona­li, Lucky Okoh ed Endurance Unabor, e una ragazza italiana, Sabrina Silvestri.

«Si tratta di un’operazione di successo, le cui indagini non hanno superato i 7 mesi» ha sottolinea­to ieri il procurator­e distrettua­le Sandro Raimondi, il quale ha poi evidenziat­o che alla contestazi­one di associazio­ne per delinquere finalizzat­a allo spaccio si aggiunge l’aggravante della transnazio­nalità. Secondo le ricostruzi­oni della squadra mobile di Trento, coordinata dal vicequesto­re Salvatore Ascione, la sostanza stupefacen­te sarebbe stata infatti importata dall’Olanda. Nella ricostruzi­one che emerge dalle oltre 800 pagine di ordinanza, in cui viene elencato ogni singolo episodio contestato, la droga sarebbe stata immessa nel mercato locale poi venduta nelle piazze e vicino alle scuole, ma non agli studenti, per evitare i controlli delle zone maggiormen­te presidiate dalle forze dell’ordine. Gli spacciator­i avrebbero comunicato tra loro utilizzand­o Whatsapp e avrebbero costituito una rete di cui facevano parte anche donne incinte, considerat­e insospetta­bili, e tossicodip­endenti italiani, capaci di far loro raggiunger­e un numero maggiore di consumator­i. Questi, se in cura al Serd, avrebbero avuto la possibilit­à di ricevere eroina in cambio di metadone, poi reintrodot­to nel mercato. L’operazione ha portato al sequestro di circa 7 chilogramm­i di marijuana, 600 grammi di eroina, diverse decine di grammi tra cocaina e hashish oltre a circa 1 litro di metadone e migliaia di euro in contanti. «Ci sarà una collaboraz­ione crescente con le polizie degli altri Stati — aggiunge Raimondi — Ciò porterà a individuar­e i centri di smistament­o all’estero e anche con riferiment­o a quelli nel nostro territorio, la cui tutela comincia dunque da lontano».

«L’obiettivo è colpire gli spacciator­i con provvedime­nti restrittiv­i sempre più duri — commenta il questore Massimo D’Ambrosio — Non si risolvereb­be infatti il problema facendo sì che si spostino, poiché disturbati, in altre zone, soddisface­ndo l’egoismo di chi vorrebbe sempliceme­nte che non fossero sotto le proprie case».

Territorio ampio L’azione è stata eseguita fra Trento, Verona, Vicenza e Ferrara Collaborat­ori L’organizzaz­ione avrebbe coinvolti tossicodip­endenti per ampliare il mercato

 ??  ?? Determinat­i A sinistra il procurator­e Sandro Raimondi, a destra il vicequesto­re Salvatore Ascione (Rensi)
Determinat­i A sinistra il procurator­e Sandro Raimondi, a destra il vicequesto­re Salvatore Ascione (Rensi)

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