Sanità, la linea di Fugatti «Centro di protonterapia, Piazza Dante colpevole»
I punti nascita degli ospedali periferici chiusi, le basse coperture vaccinali di Bolzano, la partenza a rilento del Centro di protonterapia di Trento, il problema del saldo di mobilità ospedaliera, che nel 2016 è costato al Trentino ben 12.845.688 euro. Criticità del sistema sanitario delle due province autonome che potranno essere portate all’attenzione del ministero della salute da Maurizio Fugatti, il deputato trentino della Lega che ieri, alle 13, ha pronunciato la formula di giuramento, accettando l’incarico di sottosegretario alla salute. Ma il parlamentare rimane ancora vago sulle priorità che lo muoveranno ora che è al fianco della ministra Giulia Grillo. Chiarisce che il discorso potrà farsi a dossier assegnati. «Ho giurato poche ore fa — dice — ma non sono ancora state definite le deleghe. Quando verrà circoscritto l’ambito d’azione, potremo entrare nel merito di più questioni. Certamente la Lega fa attenzione all’aspetto della territorialità, anche in tema di sanità».
Oltre al problema della chiusura dei punti nascita periferici, ci sarà da affrontare il caso critico del Centro di protonterapia oncologica di Trento, che potrebbe diventare un punto di riferimento nazionale per la cura dei tumori, se solo fosse accessibile a tutti i cittadini italiani gratuitamente.
«È un problema serio di cui ha responsabilità la Provincia, che ha fatto partire questo centro prima di avere gli accordi ministeriali necessari per garantire cure gratuite presso il centro a tutti i cittadini».
Ma dall’interno del ministero farà pressione per un suo riconoscimento tra i livelli essenziali di assistenza (Lea), così da favorire il decollo di questa eccellenza del sistema sanitario?
«Non abbiamo nulla in contrario a far partire il centro. Potrò dire di più quando saranno definite le deleghe».
Mentre rimane positivo in Alto Adige, in Trentino il saldo tra mobilità ospedaliera attiva e passiva è negativo. Come pensate di affrontare il problema?
«Ridurre il più possibile gli spostamenti al di fuori della Provincia è importante, ma è un problema della gestione sanitaria provinciale».
Lei è il candidato designato dalla Lega per le provinciali. Ora che le è stato conferito l’incarico di sottosegretario alla salute farà un passo indietro in Trentino, o in caso di elezione rinuncerà al compito ministeriale?
«Farò quello che mi chiederà di fare il partito, nel momento in cui me lo chiederà. Se la Lega riterrà che possa essere un bene avermi in Provincia, farò un passo indietro a livello nazionale».
Il Carroccio può diventare una forza di governo sia in Trentino che in Alto Adige?
«L’Svp si è astenuta durante il voto di fiducia al governo, il ministro agli affari regionali ha detto che le autonomie speciali verranno rispettate: speriamo di partire da queste basi per cucire un’alleanza e ambire a diventare forza di governo in Alto Adige. A Trento ci sono le condizioni per fare una partita competitiva, se si sarà in grado di formare un’aggregazione di centrodestra più ampia possibile». È notizia di oggi (ieri, ndr) il blitz effettuato dalla polizia alla Sparkasse di Bolzano, che secondo gli inquirenti sarebbe il nodo di alcuni movimenti dal Lussemburgo di fondi sospetti della Lega.
«Non conosco la questione. Il presidente della cassa ha chiarito che non c’è traccia di fondi della Lega. Per quanto mi riguarda la questione è chiusa».
A proposito dell’operazione che ha portato all’arresto 12 richiedenti asilo per reati legati al traffico di droga, invece, ha qualcosa da dire?
«È l’esempio che l’accoglienza diffusa ha fallito. Ci avevano garantito di aver spostato a San Lorenzo Dorsino richiedenti asilo che erano stati ritenuti affidabili e sotto controllo. E invece si è visto che utilizzavano i treni, con cui si muovevano gratis, per i loro traffici. Se andremo al governo in Provincia, rivedremo completamente il sistema d’accoglienza».