Tir, il Tirolo annuncia ulteriori divieti
Mobilità, ancora tensioni transfrontaliere. Bort critico: «Il mercato viene alterato»
Un nuovo giro di vite. È quanto annunciato ieri dal governatore tirolese Günther Platter al ritorno dal «Brennero Meeting» di Bolzano. La linea dura prevede controlli ai Tir più rigidi e nuovi divieti orari e giornalieri. Un annuncio che delude le categorie economiche, le quali chiedono di evitare che le ripercussioni non pesino sull’economia provinciale. Si teme, infatti, un peggioramento della competitività dell’Italia e dell’Alto Adige.
BOLZANO Controlli ai Tir più rigidi e nuovi divieti orari e giornalieri: al ritorno dal Brennero Meeting di Bolzano — che più di dichiarazioni di principio sulla «mobilità sostenibile transfrontaliera, ben poco ha partorito — il governatore tirolese Günther Platter annuncia un ennesimo giro di vite.
«La mancanza di consenso tra Germania e Italia ci obbliga a prendere altre decisioni — spiega Platter — il divieto settoriale e notturno sarà valutato fino al primo incontro del Parlamento statale in autunno. In entrambi i casi, l’obiettivo è quello di veder diffusi sempre più i camion Euro 6 a bassa emissione». Dal divieto notturno, a quanto sembra, sarà escluso il traffico da e per destinazioni locali. Platter si sente al sicuro da eventuali sanzioni europee: «Qualsiasi misura restrittiva è accettabile ai sensi del diritto dell’Ue se è proporzionata al suo obiettivo — spiega — sia che si tratti di proteggere la salute e l’ambiente o di mantenere l’infrastruttura. Siamo dalla parte della sicurezza».
Tra le categorie economiche rimane la delusione sul vertice: «Nessun risultato concreto — spiega Thomas Baumgartner, presidente dei trasportatori Anita — la futura galleria ferroviaria non sarà in grado di sostenere il flusso di 12 milioni di auto e 2,2 milioni di veicoli pesanti che ogni anno attraversano il Brennero, né tantomeno questi volumi possono essere oggi trasferiti sull’esistente infrastruttura ferroviaria. Aumenti dei pedaggi? Avranno solo l’effetto di un peggioramento della competitività dell’Italia e dell’Alto Adige. Occorre parlare finalmente di soluzioni alternative: Tir Lng, Euro 6 e quant’altro». Sul mercato turistico a rischio: «Condividiamo quanto proposto dalle associazioni degli albergatori, ossia di promuovere l’uso del treno per gli arrivi, anche delle auto al seguito».
E dall’Unione albergatori arriva qualche spiraglio di positività: «Per noi la raggiungibilità è basilare e in questi anni abbiamo avuto notizia di proteste di turisti alle prese con ritardi per code o problemi ai caselli — spiega il presidente Manfred Pinzger — vediamo che i vertici A22 e anche Kompatscher hanno a cuore le istanze del mondo economico ma quello che “paghiamo” sono le differenze di visioni tra territori, in primis Germania e Austria. Speriamo che il nostro ministero sappia inserirsi nella questione della mobilità in modo costruttivo. Occorrono passi avanti, dopo i contatti di questo vertice».
C’è molto da fare anche secondo Assoimprenditori Alto Adige riflette: «Chiudere l’asse del Brennero o anche solo limitarne la capacità di trasporto attraverso divieti o contingentamenti significherebbe mettere a rischio oltre la metà di tutti i nostri scambi con l’estero — spiega il presidente Federico Giudiceandreaa — le ricadute sulla competitività delle nostre imprese e sui posti di lavoro che garantiscono sarebbe grave».
Delusione anche in Trentino, con il presidente della Camera di commercio Giovanni Bort che parla di una «posizione incomprensibile del Tirolo», anche davanti a gli spiragli — almeno di principio — tutto sommato manifestati da Vienna, ovvero dal ministro Hofer («Capiamo il malessere del mondo economico davanti ai blocchi»).
«Anche noi siamo per la tutela ambientale — spiega Bort — ma questi divieti, uniti ai vari balzelli, finiscono per creare disagi e aumenti di costi per le aziende, ovvero alterano il mercato. Ovvio che per vedere grandi miglioramenti occorrerà aspettare il tunnel del Brennero, ma ricordiamoci che già oggi si potrebbe utilizzare di più la ferrovia tra Trento e Monaco». Quindi: «Davanti al risultato di questo vertice, emerge l’esigenza di una maggiore consapevolezza, da parte di tutti», conclude Bort.