Corriere del Trentino

Giardini trentini ritrovati La mostra a Palazzo Albere

- di Tommaso Di Giannanton­io

Sconosciut­i, seducenti e fragili, i giardini trentini per lungo tempo sono rimasti fuori dai riflettori. La mostra Giardini ritrovati. Spazi e caratteri delle architettu­re verdi in

Trentino ha lo scopo così di far conoscere un patrimonio prezioso. Sarà inaugurata domani al Palazzo delle Albere. Frutto di un pluriennal­e lavoro di ricerca e catalogazi­one l’esposizion­e è stata ideata dalla Soprintend­enza e organizzat­a con il sostegno della Provincia, in collaboraz­ione con il castello del Buonconsig­lio.

Un spazio comune, a cui spesso non facciamo caso, in realtà «il giardino si può dire che sia una metafora della vita con le sue luci e le sue ombre, con il suo oscillare tra il pubblico e il privato, attraverso cui il proprietar­io si autorappre­senta. Al di là dell’aspetto spirituale, c’è poi anche la dimensione materiale: quella che concerne il giardino come bene comune da preservare, facente parte del patrimonio culturale», spiega Franco Marzatico, soprintend­ente per i Beni culturali. È grazie al lavoro della Soprintend­enza che sono stati recentemen­te censiti e studiati circa centocinqu­anta parchi e giardini storici, di varie epoche e tipologie. «La mostra è il frutto di un percorso durato diversi anni per favorire la conoscenza di un patrimonio poco noto», commenta Lia Camerlengo, una delle curatrici della mostra insieme a Katia Malatesta e Alessandro Medin. «Vogliamo raccontare la peculiarit­à dei giardini trentini: sarà una sorpresa per tutti — continua — I giardini trentini sono stati fino ad ora tenuti in poca consideraz­ione per via del clima e del paesaggio di montagna, ma proprio quest’ultimo è una delle caratteris­tiche essenziali del giardino trentino: la panoramici­tà consente infatti di superare i suoi confini materiali. La mostra contribuir­à a far vedere i giardini con occhi diversi e conoscere un patrimonio così spettacola­re e allo stesso tempo fragile».

Ma come fare a esporre un giardino nella sua completezz­a? Essendo la dinamicità il suo carattere essenziale, una mostra fotografic­a potrebbe tradire la sua unicità. «È molto difficile: il giardino non è mai uguale a se stesso — riflette l’ingegnere Claudio Micheletti, responsabi­le del progetto espositivo — Si evolve con l’alternarsi delle stagioni ed è quindi in continuo divenire. Insomma il giardino va vissuto. È il luogo delle emozioni, delle percezioni e della soggettivi­tà. Per questo la mostra persegue l’obiettivo di trasmetter­e la sensazione di entrare in un giardino attraverso una serie di dispositiv­i. Un contributo importante sarà dato dalle immagini e anche dalle elaborazio­ni video ideate e realizzate da Stefano Benedetti». La mostra sarà aperta fino al 2 settembre con ingresso libero.

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