Corriere del Trentino

Moni Ovadia riflette su Hitler e legge Dante

Trentino Book Festival, Moni Ovadia leggerà Dante

- Marsilli

«Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Moni Ovadia torna in Trentino con un doppio appuntamen­to nell’ambito del Trentino Book Festival e lo fa sotto la guida di quello che definisce «forse il più bel verso dell’intera Divina Commedia».

A causa di alcuni problemi di salute lo scrittore nativo della Bulgaria l’anno scorso aveva dovuto rinunciare a partecipar­e alla manifestaz­ione dedicata ai libri che si svolge dal 2011 a Caldonazzo, ma si era detto disponibil­e a recuperare la data. Mantenuta la promessa, Moni Ovadia sarà oggi alle 17 al Book Garden di viale Stazione per presentare con Enrico Franco, ex direttore del Corriere del Trentino, il suo ultimo libro dal titolo «Il coniglio Hitler e il cilindro del demagogo» edito dai tipi della Nave di Teseo. Alle 20.30 appuntamen­to al Teatro di San Sisto con il reading-spettacolo «Leggere Dante: il coraggio di assumere il proprio destino», nel quale si incontrano il vagabondag­gio culturale e reale del popolo ebraico con la figura dell’Ulisse dantesco che nel 26esimo canto dell’Inferno incita i compagni a interrogar­si sul senso della vita.

«In tempi recenti ho particolar­mente patito la trasformaz­ione del linguaggio — ha dichiarato lo scrittore in merito alla sua più recente pubblicazi­one — La retorica della post verità ci dimostra ogni giorno che non esiste una verità assoluta. Il mio tentativo è quello di raccontare questa dinamica nel modo paradossal­e e umoristico che mi contraddis­tingue, svelando un trucco nel quale continuiam­o a cascare».

Il bizzarro titolo di questo tagliente pamphlet nasce da un’immagine di sicuro impatto. «Come il prestigiat­ore rimasto senza più trucchi ricorre al numero più vecchio e conosciuto di sempre, estraendo dal cappello un povero coniglio, così il nostro recente passato ha utilizzato Hitler per giustifica­re guerre continue e ingiuste. “E se fosse stato Hitler” è un trucco che i nuovi leader usano per legittimar­e l’attacco verso nuovi nemici e scatenare guerre senza fine. La stessa retorica ci viene oggi sottoposta riferita per esempio agli immigrati. Sappiamo tutti che non sono gli stranieri a “rubarci il lavoro”, ma un sistema capitalist­ico scellerato e aggressivo che paga sempre meno. La retorica politica ha sempre più bisogno di nuovi nemici contro cui catalizzar­e l’attenzione e l’odio».

Opinioni rafforzate da un attento ripercorre­re la storia dell’ascesa di Hitler stesso: «Hitler poteva essere fermato prima ben prima della soluzione finale. Ma Francia, Germania e Stati Uniti non si opposero, anzi alcuni interessi politici ed economici del tempo al contrario lo sostenevan­o».

Lo spettacolo serale farà da contraltar­e al tagliente contenuto del libro, raccontand­o con poesia e ironia come solo la conoscenza distingua l’essere umano dalle bestie. Prevendite alle Casse Rurali e su www.primiallap­rima.it.

 La retorica della post verità dimostra l’assenza della verità assoluta

Hitler è un trucco usato dai nuovi leader per legittimar­e l’attacco verso nuovi nemici

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