Centri commerciali stoppati Crescono i piccoli esercizi
Il bilancio dal 2007. Biasioli: Trento, limiti netti
Tra il 2007 e il 2016 il numerodi piccoli esercizi in Trentino è cresciuto del 4,2% e la superficie da loro occupata dell ’11,3%, passando da una medi adi 99,9 metri quadri a 106,7. Un settore che, secondo la Provincia, è stato sostenuto dalla «legge Olivi», che ha fissato dei limiti per gli shopping center. «Un polo di grandi dimensioni rischierebbe di compromettere le forti scelte effettuale nel 2010, con ricadute negative anche di natura sociale e un impoverimento dei centri storici».
TRENTO Negli ultimi dieci anni il numero di piccoli esercizi commerciali in Trentino è aumentato del 4,2% e la loro superficie di vendita è cresciuta dell’11,3%, passando da una media di 99,9 metri quadrati a 106,7. I dati forniti dalla Camera di commercio testimonierebbero «il forte stimolo allo sviluppo e all’ammodernamento delle rete commerciale» impresso al settore dalla norma sul commercio del 2010, la cosiddetta «legge Olivi». Una considerazione contenuta nel testo della delibera datata 22 settembre 2017 con cui la giunta provinciale ha stabilito di non localizzare nuove zone per l’insediamento di grandi strutture commerciali e tornata d’attualità dopo l’ipotesi di costruzione di un nuovo shopping center a Rovereto, bocciata sul nascere dal vicepresidente Alessandro Olivi.
Secondo i rilievi della Ca- me radi commercio, al 31 dicembre 2016 risultavano i scritte al registro imprese 8.559 attività dedicati al commercio al dettaglio, per una superficie complessiva di vendita paria 913.372 metri quadrati. Di queste, 2.669 sono bar e ristoranti.
Un quadro di fronte al quale «ipotizzare l’insediamento di un polo commerciale attrattivo di grandi dimensioni nel fondovalle in aree esterne e periferiche rispetto ai centri storici, rischierebbe di compromettere le forti scelte di sistema effettuate con la legge sul commercio del 2010, con ricadute negative anche di natura sociale che un impoverimento dei centri storici, con i consumi drenati verso l’ esterno, e un’ ulteriore marginalizzazione delle aree in zone montane andrebbero a produrre» si legge sempre nella delibera, dove si aggiunge che «il suolo come risorse limitata deve essere tutelato e preservato con la massima attenzione, minimizzandone il suo consumo e limitando la possibilità di nuove espansioni». Valutazione che coinciderebbe con i principi sia del Pup sia delle direttive europee del 2009, elaborata anche a partire da altri dati, questa volta forniti dall’ Osservatorio del paesaggio: «Si rileva che dal 1960 al 2004 la superficie edificata in Trentino è aumentata di quasi tre volte, passando da 5.481,7 ettari a 15.942,8 ettari — si legge — Dal 1960 al 2004 le aree urbanizzate sono aumentate di circa il 190% a fronte di un incremento della popolazione limitato al 20%». Nello stesso arco temporale, la superficie edificata per ogni abitante è passata da 132 metri quadri a 320.
Ma non si tratta solo della paura di una cementificazione selvaggia e della morte dei piccoli centri .« L’ eventuale localizzazione di una nuova grande superficie di vendita comporterebbe un aumento della congestione veicolare nella sua area di influenza, andando a impegnare delle infrastrutture che sarebbero messe a dura prova nel gestire un aumento importante del flusso di traffico» recita la delibera, evidenziando che la conseguenza diretta sarebbe un aumento dell’ inquinamento «andando a peggiorare la qualità dell’aria e l’impatto acustico».
F ragli allegati al testo, sottoposto prima dell’approvazione definitiva alla valutazione di alcuni Comuni, associazio nidi categoria e sindacati, si trova anche un’ analisi approfondita delle superfici commerciali disponibili nelle diverse valli trentine. La Valle dell’Adige risulta essere il territorio con la maggior superficie dedicata alle attività commerciali, pari a 67.823 metri quadri, di cui circa 12.000 occupati solo dal Top Center. Le aree potenzialmente libere ammontano invece a 35.729 metri quadri. La Vallagarina vede sorgere negozi per un totale di 44.064 metri quadri, dei quali 14.000 circa sono assorbiti dal solo Millennium Center, mentre gli
Il confine
La legge del 2010 vieta di costruire strutture superiori ai 10.000 metri quadrati
Il boom
Tra il 1960 e il 2004 le aree urbanizzate sono salite del 190%, la popolazione del 20%
spazi liberi raggiungono i 6.400 metri quadri. Il terzo grande centro commerciale, lo Shop Center Valsugana, occupa circa 9.900 metri quadrati dei 23.236 su cui sono insediate attività commerciali in Alta Valsugana, che non prevede ulteriori spazi disponibili.