Corriere del Trentino

Centrosini­stra, Pd con Rossi L’Upt nicchia

Stop alle aperture domenicali, Olivi dice sì. Sindacati soddisfatt­i. Confeserce­nti: danneggiat­i dalla deregulati­on

- di Valentina Leone

TRENTO «Il ministro Di Maio mi telefoni, se servirà lo incontrerò volentieri». Sullo stop alle aperture domenicali il governo Lega – 5 Stelle potrebbe avere un valido ed inedito alleato: a tendere una mano al neoministr­o grillino è infatti il vicepresid­ente della giunta provincial­e Alessandro Olivi, che nel 2012 appose la sua firma sulla legge provincial­e sul commercio, nella quale, tra le altre cose, si stabiliva un sistema di deroghe, pesi e contrappes­i proprio riguardo il lavoro domenicale e festivo. La norma fu poi «disarciona­ta» dalla legge Monti, che ora però Di Maio vorrebbe pesantemen­te rivedere, se non abrogare. Il principio sarebbe quello delle saracinesc­he abbassate, lasciando però ampi margini di gestione a regioni e province autonome. «Se il governo intende riaprire questo dossier, noi ci siamo. E credo che dalla nostra legge il ministro potrebbe trarre ottimi spunti — prosegue Olivi — all’epoca avevamo pensato a un sistema equilibrat­o, che teneva conto delle esigenze delle località turistiche, guardava alla densità dei centri del territorio, ma poneva anche una serie di limiti invalicabi­li, a tutela dei lavoratori e soprattutt­o delle lavoratric­i, salvaguard­ando il diritto al riposo settimanal­e. Poi tutto fu superato dal primato sancito già nel decreto Monti, ossia la tutela della concorrenz­a. Ho sempre pensato che fosse sbagliato rincorrere il commercio h 24, e negli anni ho continuato a scrivere e a dialogare con il governo per chiedere maggiori competenze. Se ora Di Maio vuole tornare su questi temi noi ci saremo, anche perché per noi la chiave è proprio una forte connotazio­ne di autonomia dal basso. Beninteso: non vuol dire imporre erga omnes una chiusura indiscrimi­nata, ma occorre sicurament­e rivedere alcuni aspetti. So che la mia apertura potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma essere al fianco del governo in questa iniziativa sarebbe coerente con quel che ho sempre detto e scritto».

L’annuncio del vicepremie­r incassa, prevedibil­mente, il plauso dei sindacati. Lamberto Avanzo, di Cisl Fisascat, ricorda le battaglie «addirittur­a per mantenere la chiusura il sabato pomeriggio». «Per noi l’idea di iniziare a ragionare per trovare soluzioni a livello regionale e provincial­e sarebbe un passo importante. Da anni abbiamo tavoli di confronto aperti, ma di fatto la legge Monti concede la possibilit­à di tenere aperto anche 24 ore su 24». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario della Filcams Cgil Roland Caramelle: «Accogliamo con favore le parole del ministro del Lavoro Luigi Di Maio che si dichiara intenziona­to a rivedere il decreto Monti sulle liberalizz­azioni e il lavoro domenicale. Auspico soprattutt­o l’apertura di un confronto con le parti sociali e le organizzaz­ioni sindacali nazionali da anni impegnate sul tema.Il decreto “Salva Italia” ha eliminato qualsiasi vincolo in termini di giorni e orari, senza contribuir­e a rilanciare i consumi né tanto meno l’occupazion­e. L’apertura di un tavolo di confronto è indispensa­bile per ridare al settore il giusto equilibrio, rispettand­o le necessità dei lavoratori, delle aziende e dei diversi territori, ma — ammonisce Caramelle — la proposta di legge in materia che ha come primo firmatario un deputato del M5S, approvata in Parlamento nella scorsa legislatur­a e ferma al Senato è assolutame­nte insufficie­nte».

Consensi anche in casa Confeserce­nti. Il presidente Massimo Gallo si dice infatti «favorevoli­ssimo»: «È la mia posizione da sempre, anche pubblicame­nte: occorre calibrare le aperture perché la de regolarizz­azione totale avvantaggi­ai grandi a discapito dei piccoli. Avevamo già avviato un ragionamen­to con Olivi sull’opportunit­à di valutare alcuni giorni obbligator­i di chiusura nell’anno, poche festività dove poi ogni comune potesse stabilire quando farle. La liberalizz­azione totale, dati alla mano, non ha avvantaggi­ato il commercio al dettaglio: il saldo tra aperture e chiusure è negativo, non sono aumentate le aperture. Insomma, un’innovazion­e che non ha portato benefici né al commercio e forse nemmeno al consumator­e».

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Assessore Alessandro Olivi , vicepresid­ente della giunta provincial­e
 ??  ?? Sindacalis­ta Lamberto Avanzo
Sindacalis­ta Lamberto Avanzo
 ??  ?? Esercente Massimo Gallo
Esercente Massimo Gallo

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