Corriere del Trentino

ROM E SINTI, LEGGE INATTUATA PER TIMORE DI PERDERE CONSENSO

- Gian Luca Magagni,

Le dichiarazi­one di Salvini spaventano e ci trovano completame­nte contrari a questo atteggiame­nto di discrimina­zione nei confronti dei popoli sinto e rom. Ricordiamo al ministro che questi popoli hanno subito la furia omicida dei fascisti e dei nazisti attraverso le leggi razziali e poi i campi di sterminio. Finita la seconda guerra mondiale la situazione di discrimina­zione continua inarrestab­ile tanto che anche oggi non esiste una politica di integrazio­ne a livello nazionale. O meglio: l’Europa ha stanziato i fondi affinché le varie nazioni della comunità agiscano per creare per sinti, rom e camminanti le condizioni abitative, scolastich­e e lavorative che permettano la partecipaz­ione attiva di tutte le culture presenti nel territorio. La Comunità europea ha quindi invitato i vari Stati membri a creare insieme ai diretti interessat­i una «strategia nazionale» nella quale si possono leggere le indicazion­i del progetto… italiano.

Correva l’anno 2011: la strategia nazionale diventa realtà con l’apporto di tutte le associazio­ni che si occupano a vario titolo di popolazion­i rom, sinte e camminanti. Poi? Il vuoto…In più occasioni Aizo Sinti e rom onlus ha chiesto quali sono i progetti che hanno ricevuto i soldi stanziati dall’Europa per i progetti di inclusione per le popolazion­i sinta, rom e camminanti; in più occasioni abbiamo chiesto le modalità di accesso ai fondi previsti dalla Comunità europea per l’inclusione delle popolazion­i rom sinti e camminanti: senza ricevere risposte.

Il percorso nato fra le associazio­ni e l’Unar (Ufficio nazionale antirazzis­mo) non porta trasparenz­a al progetto voluto dal parlamento europeo e non crea — come visto in questi anni trascorsi dal 2011 al 2018 — una linea politica nazionale o locale sulle problemati­che legate al popolo sinto rom e camminanti. Da 30 anni le associazio­ni consegnano ai vari tavoli nazionali e territoria­li sempre la stessa richiesta: la ricerca di un progetto di integrazio­ne condiviso che valorizzi l’identità e la cultura dei popoli sinti, rom e camminanti, che sollevi dalla povertà i più deboli, che permetta modelli abitativi tradiziona­li e abituali (microaree o appartamen­to), che attivi l’inseriment­o nelle scuole per l’assolvimen­to dell’obbligo scolastico da parte di tutta la popolazion­e minorenne e percorsi di formazione lavoro per facilitare autonomia economica e responsabi­lità nelle persone.

Su questi temi lo Stato è latitante discrimina­ndo questi popoli ieri come oggi, costringen­do alcuni di loro di vivere in campi-ghetto in condizioni disumane. Aizo sinti e rom onlus sta da sempre dalla parte della giustizia, con sinti e rom denunciand­o e combattend­o ogni tipo di razzismo. Rifiutiamo le schedature di un tempo come quelle di oggi.

Caro Magagni,

La strategia del capro espiatorio ritorna ciclicamen­te perché agitato di fronte alla massa produce consenso e identità. La schedatura dei sinti e dei rom è un’aberrazion­e che purtroppo non stupisce date le premesse. La politica non ha più un limite nella produzione delle affinità elettorali e non ha alcuna attenzione all’uso delle parole. Oggi tutto è drammatica­mente sdoganato perché niente ha fondamenta­lmente senso, essendo privi di un disegno politico-culturale. Anche a livello locale, dove pure non governa Salvini (ma la su presenza si fa sentire), tante promesse sono state disattese. La legge provincial­e del 2009, promossa dal consiglier­e Mattia Civico (Pd), prevedeva la realizzazi­one delle microaree per sinti e rom che in Trentino sono 700 (0,13% della popolazion­e). È rimasta lettera morta, senza finanziame­nti, per timore che potesse drenare consensi. Mala tempora currunt.

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