Firmata l’intesa, Stabilizzati oltre 670 precari
I dem temono il trappolone dell’Upt. Nicoletti: «Prima il sì alla coalizione». Borgonovo: «Bellissima figura»
Stabilizzazione in arrivo per almeno 678 dipendenti degli enti pubblici provinciali, case di riposo ed enti locali. L’accordo è stato raggiunto ieri dalla Provincia e dai sindacati.
TRENTO Un’offerta sincera, o una mossa per aumentare la confusione in casa Pd e prendere ancora tempo? La disponibilità dell’Upt a ragionare su Giorgio Tonini come candidato presidente spiazza i democratici, che pur con mille prudenze, qualche «ma» e tanti «però», si erano finalmente decisi ad accettare il Rossi-bis. In ogni caso, il punto su cui la quasi totalità del partito sembra convenire è l’impossibilità di addivenire a un’alleanza con i civici di Francesco Valduga. «Sarebbe assurdo insistere come innamorati ostinati» chiosa la presidente Donata Borgonovo Re rivolgendosi all’Upt, che della propria rifondazione nell’area civica ha fatto un obiettivo di sopravvivenza.
All’indomani dell’assemblea, ieri Giuliano Muzio ha ritenuto di dover precisare la posizione del partito. Punto primo, si riparte da Ugo Rossi ma con prudenza: «Il Pd del Trentino si impegna a verificare se sul nome dell’attuale presidente si possono realizzare quelle convergenze ampie necessarie per ottenere un risultato positivo alle elezioni». Punto secondo, basta evocare improbabili alleanze con i civici: «Purtroppo, il confronto con quella parte di realtà civiche che vuole candidarsi al governo dell’autonomia ha registrato finora un netto rifiuto». Una proposta, ha aggiunto poco dopo nella sua nota Muzio «che viene continuamente ripresa (dall’Upt, da Dellai e da Tonini, ndr) ignorando il confronto fatto in questi mesi». «Comprendo — continua il segretario — le suggestioni e le preoccupazioni rispetto alla sfida elettorale e comprendo ancor di più la richiesta di cambiamento ma occorre anche costruire delle alternative che non siano solo suggestioni». Si tratta, insomma, di «alternative per noi improponibili avendo le stesse come presupposto la cancellazione della sinistra e del Pd del Trentino nel governo dell’Autonomia». La conclusione è netta, non è il Pd ad essere indeciso, sono i suoi alleati ad aver impostato il confronto su due diktat contrapposti: il Rossi-bis preteso dal Patt e la trazione civica pretesa dall’Upt: «Se non siamo giunti ad una conclusione — sostiene Muzio — è per le rigidità delle forze che compongono la coalizione, non certo per l’indisponibilità o l’indecisione del
Pd del Trentino che ha a cuore solo la necessità di non disperdere quel patrimonio di convivenza, di apertura, di protezione sociale, di solidarietà, di innovazione che ha segnato e distinto il centrosinistra autonomista in Trentino».
E l’ipotesi Tonini? Come si spiega la proposta ufficiosa dell’Upt di ragionare sul nome
dell’ex senatore che pochi giorni prima aveva aperto, poco ascoltato, all’ipotesi Valduga? «Un amo — commenta un alto dirigente dem — Non è una proposta seria. Sperano che abbocchiamo per tirarla ancora per le lunghe. Perché Tonini dovrebbe andare bene ai civici? C’è qualcuno che più di lui incarna a Trento il partito romano?». Michele Nicoletti risponde invertendo la logica della proposta. «Quello di Giorgio è un ottimo nome, non a caso lo sostenni ancora mesi fa. Ma prima bisogna chiarire da che parte si sta, se si fa parte della coalizione o no. I diktat su Rossi, in un senso e nell’altro, non ci portano da nessuna parte, così come fare altri nomi prima di decidere chi siamo e quale progetto vogliamo portare avanti, perché di contenuti non si è parlato molto. Mentre le forze a noi alternative parlano di sospendere il trattato di Schengen noi non possiamo impostare il ragionamento su “se c’è lui allora io non ci sono”». «Giorgio — ricorda Borgonovo Re — aveva declinato quando gli avevamo proposto la candidatura, magari gli amici dell’Upt saranno più fortunati. La sua è una bellissima figura». Quanto ai civici, Borgonovo Re è netta: «Non si può — afferma rivolta all’Upt — insistere come innamorati ostinati. D’altronde, sono un gruppo che non presenta ideali omogenei. Qualcuno potrebbe anche avvicinarsi al centrosinistra, ma altri, come ha ricordato Gottardi sul vostro giornale, sono di centrodestra».
Calata la nebbia, l’Upt dovrà decidere da che parte stare se non spunteranno all’ultimo alternative a Rossi. Una parte seguirà i civici a costo di abbandonare il centrosinistra, ma l’ala che fa ancora riferimento a Lorenzo Dellai difficilmente li seguirà.