Passiria, la terra con meno disoccupati La rinascita dopo la crisi della Hoppe
Le caratteristiche: l’orgoglio e la passione. «Non aspettiamo mai la manna dal cielo»
BOLZANO Quando si sale lungo la strada statale 44 del Passo del Giovo, si ha già la chiara impressione, del resto comune a tutte le valli dell’Alto Adige, di trovarsi in un luogo dove l’ordine regna sovrano, dove il benessere è diffuso. Alberghi, zone sportive, zone artigianali e di medio-piccola industria, campi ben coltivati, sono il chiaro segnale di un sistema che funziona.
A confermarlo è venuto l’Istat che, con la sua rilevazione sui sistemi locali del lavoro, ha sancito che il comprensorio della Val Passiria è il sistema con il minor tasso di disoccupazione di tutta Italia, solo l’1,9%. Ne fanno parte i comuni di San Martino, San Leonardo e Moso che troviamo in fila, l’uno dopo l’altro risalendo la valle. Quasi novemila abitanti, al 99% di lingua tedesca, popolano questa valle attraversata dal torrente Passirio. Da dove nascano questo benessere e questo tasso di disoccupazione prossimo alla zero è molto chiaro alla popolazione di quassù che ne è orgogliosa, ma allo stesso tempo, e forse è proprio qui la diversità, lo ritiene una cosa normale, quasi scontata.
«La nostra gente — spiega la sindaca di San Martino in Passiria Rosmarie Pamer — è abituata a tirarsi su le maniche e a non aspettare la manna dal cielo. Cinque anni fa con la chiusura della Hoppe (fabbrica di serramenti n.d.r.) che dava lavoro a duecento valligiani, abbiamo vissuto il nostro periodo di maggior crisi. Ne siamo venuti fuori grazie alla voglia di continuare a vivere qui, alla capacità di sapersi riconvertire acquisendo nuove professionalità. Una grande mano ci è venuta dal turismo che ha portato qui il golf e alcuni grandi alberghi che hanno dato lavoro a molti. I nostri studenti dopo le medie, nella maggior parte, frequentano istituti superiori a indirizzo turistico proprio perché sanno che qui troveranno lavoro così come lo troveranno coloro che si indirizzano all’artigianato che qui è altrettanto prospero».
«È un vanto per noi ed è motivo di orgoglio — aggiunge il sindaco di San Leonardo Konrad Pfitscher — che troppo spesso siamo abituati a dare le cose per scontate, mentre invece dietro c’è un grande lavoro fatto anche di scelte politiche oculate».
La medaglia ha anche un rovescio che paradossalmente è ancora legato ai posti di lavoro: «Spesso — dice Klaudia
Freitag, che gestisce col fratello una concessionaria di automobili — non si trovano le figure professionali. Le risorse umane capaci sono rare. Nella nostra carrozzeria, grazie a una ricerca in Internet, è approdato da Padova, dove lavorava, Iacob Alin rumeno che qui si è stabilito».
«Ho visto una grande opportunità nel poter venire in Val Passiria e crescere qui i miei figli e non ci ho pensato due volte», racconta l’artigiano. Oswald Zöschg invece gestisce un chiosco al centro di San Leonardo: «Ho sentito di questo nostro record e c’è da esserne fieri –— dice — ma tutto sommato mi pare che sia nella logica delle cose. Qui in Alto Adige la bassa disoccupazione è abbastanza diffusa».
«Non lo sapevo — commenta serafico il giovane barista del Martinerhof di San Martino – mi pare che sia una cosa molto positiva se tutti i giovani trovano lavoro a casa loro». Anche Josef Pichler titolare del Torgglerhof di Saltusio, una frazione di San Martino, non era a conoscenza
«Mancano le figure professionali Il carrozziere per la nostra azienda lo abbiamo trovato a Padova»
La sindaca Pamer Una grande mano ci è stata data dal turismo Ha portato qui il golf e alcuni grandi alberghi, in cui lavorano molte persone
del primato della sua valle: «Siamo sempre stati grandi lavoratori e quindi questa è una logica conseguenza» è il suo commento. La crisi della Hoppe è un denominatore comune tra la gente di qui: tutti per parlare del benessere attuale fanno riferimento a quella chiusura: «Dopo quell’anno –— racconta il direttore della biblioteca di San Martino — le cose sono cambiate. Siamo riusciti a volgere in positivo un evento che per la nostra valle era fortemente distruttivo» .
Sbarcati da meno di 24 ore a San Leonardo, i coniugi tedeschi Köhler a loro volta si sono fatti un’opinione chiara: «Si capisce subito percorrendo la strada che porta sin qui, che la disoccupazione da queste parti non è un problema». E la strada, breve ma tortuosa, che percorre la Passiria è la nota dolente per chi vi abita e lavora: «Al mattino – ancora la sindaca di San Martino – il traffico di pendolari che va verso Merano e in stagione anche quello del turismo, ci obbligano a lunghe code».