Corriere del Trentino

Provinciar­ie M5s Lista e presidente con turno unico

Non è esclusa così l’ascesa di qualche outsider Diritto di voto, il dubbio sulle tempistich­e

- Di Simone Casalini

Un’unica votazione per decidere il candidato presidente e la lista elettorale. È la soluzione che sta avanzando in casa del Movimento 5 stelle per le «provinciar­ie» di fine luglio. Una strada che sta suscitando qualche perplessit­à nel movimento.

Un turno unico per stabilire TRENTO il candidato presidente e la lista elettorale. È l’ultima indiscrezi­one che filtra nel muro di gomma del Movimento 5 stelle — dove sono finiti i tempi dello streaming e della trasparenz­a ideologica? — in vista delle «provinciar­ie» di fine luglio che fisseranno la gerarchia post-grillina per le elezioni autunnali. La novità, se confermata nella bibbia finale delle regole, potrebbe essere potenzialm­ente dirompente e scompagina­re il quadro delle candidatur­e, favorendo l’ascesa di qualche outsider. Chi somma più preferenze si troverà automatica­mente catapultat­o nel ruolo di aspirante alla poltrona di Piazza Dante. Circola anche una battuta, di scajolana memoria (la casa al Colosseo...), ossia di un possibile candidato presidente «a sua insaputa» dal momento che non tutti i partecipan­ti hanno l’ambizione di rivestire il ruolo più prestigios­o e impegnativ­o.

Il turno unico si discostere­bbe dalla prassi adottata nel 2013 quando i pentastell­ati locali celebraron­o due distinti momenti: uno per selezionar­e il candidato presidente (prevalse Manuela Bottamedi che poi cedette il posto a Filippo Degasperi) e l’altro per la lista elettorale. Si differenzi­erebbe anche dall’esperienza aurea del Lazio: qui i primi dieci classifica­ti nella votazione per la lista elettorale accedevano ad una seconda fase per la scelta del candidato governator­e.

Al di là di ogni consideraz­ione, la regola sembra sorvolare la legge elettorale e le specificit­à del Trentino dove la figura del presidente è il baricentro del sistema politico. Tanto più che anche la richiesta di poter presentare una lista ladina per essere più competitiv­i è stata bocciata. Sarebbe, invece, più affine al modello altoatesin­o: la legge elettorale non prevede un candidato presidente, ma un proporzion­ale puro dove il ruolo apicale è quello di capolista.

Un secondo elemento sta seminando contrariet­à. Riguarda la platea degli aventi diritto al voto. Si è stabilito che alle «provinciar­ie» sulla piattaform­a Rousseau possano partecipar­e coloro che si sono iscritti (alla piattaform­a) entro il 30 giugno. Le perplessit­à riguardano il requisito minimo (per le «parlamenta­rie» erano richiesti tre mesi certificat­i di iscrizione alla Rousseau, normalment­e i tempi tecnici) e la tempistica. L’incontro tra la delegazion­e trentina e i vertici romani per discutere l’impianto delle regole è stato il 29 giugno, cioé un giorno prima della scadenza per iscriversi. «Asimmetria informativ­a» mormora qualcuno, paventando l’avanzata di truppe cammellate. Il voto lo renderà esplicito o meno.

Nella corsa alla candidatur­a da governator­e emergerà probabilme­nte la frattura interna al movimento trentino. Il consiglier­e uscente Filippo Degasperi è il polo di attrazione dei consiglier­i comunali e di molti militanti che ne hanno apprezzato l’impegno sul territorio, in (quasi) solitudine; il ministro Riccardo Fraccaro ha messo a frutto la sua prima esperienza da deputato e si è affermato a Roma nell’ascesa governativ­a del M5s, guadagnand­osi un ruolo centrale al fianco di Di Maio con la possibilit­à di influenzar­e le dinamiche locali. Qualcuno emergerà anche dalla sua area (Cristian Zanella?) almeno che a prevalere non sia alla fine un candidato «a sua insaputa».

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