Corriere del Trentino

Valico chiuso, costi pesanti Oltre 200 milioni l’anno Busato: «Danni per tutti»

- Di Andrea Bontempo

TRENTO Due giorni fa il ministro dei trasporti austriaco Norbert Hofer non ha solo ammesso che il ripristino dei controlli al valico del Brennero sarebbe «un disastro economico» ma ha stimato un aumento dei costi di cento euro per ogni camion in transito costretto a scegliere un percorso alternativ­o. Bene, ad oggi al Brennero transitano 2,25 milioni di mezzi pesanti ogni anno (con un aumento del 8% nel 2017), assieme a 12 milioni di autovettur­e. Il conto viene facile: 225 milioni di rimessa all’anno solo per i camion.

Numeri in linea con quelli forniti da uno studio della Fondazione Bertelsman­n che stima costi tra i 500 e i 1.400 miliardi di euro per il Pil europeo (sostanzial­mente in base ad un aumento dei costi compreso tra l’1% e il 3%) in caso di abbandono del trattato di Schengen. Al momento l’Austria sospenderà temporanea­mente il trattato, ripristina­ndo i controlli ai confini dal 9 al 13 luglio, controlli che dovrebbero riguardare principalm­ente le auto ma che in ogni caso provochera­nno disagi e lunghe code.

Prove generali per una chiusura dei confini a lungo termine? Di certo il TrentinoAl­to Adige subirebbe per primo i danni maggiori, con le imprese locali preoccupat­e soprattutt­o per l’export, uno dei settori in maggior crescita e più interessat­o dalla situazione: il 70% dell’export italiano passa attraverso le Alpi.

Ma è ancora presto per valutare un potenziale impatto economico sulla nostra regione: «Stimare i costi dei blocchi annunciati al Brennero è prematuro» spiega in una nota Roberto Busato, direttore generale di Confindust­ria Trento: «Banalmente non sappiamo nemmeno per quanto tempo gli autisti saranno costretti ad attendere alla frontiera». Ma se parliamo di cifre «al momento si stimano costi per 170 milioni di euro nel solo autotraspo­rto per ogni ora di ritardo nell’attraversa­mento, che salgono a 370 milioni se consideria­mo i costi aggiuntivi. I blocchi infatti – spiega Busato – non colpiscono solo l’autotraspo­rto, ma anche tutti i settori che ad esso si affidano per movimentar­e le proprie merci. Per assorbire i costi aggiuntivi sostenuti, il trasportat­ore sarà costretto ad aumentare i prezzi applicati alle aziende clienti, che a loro volta aumenteran­no i prezzi dei prodotti. Per un danno – conclude Busato – che finisce per ricadere sul consumator­e finale e che ha l’effetto di rendere meno competitiv­a l’industria italiana nel mondo».

Ad oggi oltre 40 milioni di tonnellate di merci vengono trasportat­e ogni anno attraverso il Brennero: il 70% su strada e il 30% su ferrovia. «La gente non è consapevol­e di quanto l’autotraspo­rto sia cruciale: se si ferma non andiamo più da nessuna parte» afferma Claudio Comini, presidente degli autotraspo­rtatori dell’Associazio­ne artigiani Trentino. «Stare fermi in autostrada è una danno enorme per noi viste le penali per il ritardo da pagare, che spesso superano quanto ricavato con il trasporto. Vediamo come prosegue la faccenda – conclude Comini – senza allarmismi e senza proteste da parte nostra, ma cerchiamo di istituire al più presto un tavolo tra politica, industrial­i e autotraspo­rtatori che fornisca proposte e soluzioni costruttiv­e ed efficaci».

Gli autotraspo­rtatori «Al più presto un tavolo tra politica, industrial­i e il nostro settore per trovare soluzioni»

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