Dalla corsa alla forza Il trentino Depedri eroe degli ostacoli
L’Obstacle course race è la disciplina che sta spopolando. «Europei, ho fatto esperienza»
TRENTO Arrampicarsi con braccia e gambe lungo una corda navale posizionata in diagonale, passare sotto una struttura a rete composta da catene senza toccare terra (che sta più o meno a mezzo metro), affrontare una serie di ancore appese (poco meno di una decina) passando, sospesi, da una all’altra, oltrepassare una nuova costruzione a maglie di metallo, infine avanzare una decina di metri attraverso corde sospese. E questo è solo uno dei 30 ostacoli (in un percorso da 4 chilometri) affrontati da Raffaele Depe drive nerdìs corso ai campionati europei Ocr, ovvero di Obstacle course race. Letteralmente, gara su tracciato a ostacoli. Una competizione che è riuscita a concludere solo il 15% degli atleti. «Il giorno successivo il percorso è stato semplificato» rivela l’atleta trentino. Solo il 31% dei partenti, tuttavia, è arrivato alla fine. L’Obstacle course race, nonostante affondi le proprie radici nel circuito militare dei primi del Novecento, per l’Italia è una disciplina recente. Nel nostro Paese si è diffusa solo a partire dal 2014, dopo che alla fine degli anni Ottanta dal Regno Unito aveva raggiunto gli Stati Uniti dai quali, come spesso accade, ha finito per essere esportata nuovamente in tutto il mondo. Uno sport durissimo, con una regola ineludibile: «Per poter considerare terminata una gara si devono oltrepassare tutti gli ostacoli» spiega Depedri, fresco di esordio nel team della Nazionale italiana e alla manifestazione continentale. «Un’emozione e un onore—afferma—sono davvero grato alla Federazione per avermi concesso questa opportunità ». Depe dr i è stato selezionato per vestire la maglia azzurra grazie ai risul- tati ottenuti nelle varie tappe del campionato italiano, che al momento guida (il prossimo appuntamento alla metà del mese, la «Knight race» a Urbania, nelle Marche, ma ha fatto parte del circuito anche l’«X-Warriors» tenutasi a Molveno il 26 e 27 maggio scorsi). Grazie ai suoi piazzamenti Depedri si è qualificato nella ca te gori a El i te a nche per i Mondiali, che si terranno a Londra dal 19 al 21 ottobre.Ma per quale motivo si sceglie di praticare uno sport così peculiare? «Perché unisce tante capacità, dalla corsa alla forza, dall’equilibrio alla coordinazione — spiega Depedri, che di mestiere fa l’ istruttore presso il Defant’s Club — e stimola ad allenare tante caratteristiche diverse, come la resistenza ola capacità aerobica. Il mio è un fisico più massiccio rispetto a quello di altri atleti, sono più portato nei trasporti e nella corsa, devo migliorare sulle sospensioni». E proprio su questo tipo di attività era interamente basata la prima prova degli Europei, ospitati quest’anno dalla Danimarca: «Non sono riuscito a concluderla, arrivato a un certo punto avevo le mani distrutte — racconta Depedri, partito nella stessa batteria del campione del mondo Jonathan Albon, ritiratosi a sua volta — il giorno successivo, nella gara standard (15 chilometri per 52 ostacoli, ndr), il percorso era stato semplificato perché gli organizzatori si erano accorti di aver esagerato. Presentandomi al via con le mani già ferite, tuttavia, ho perso molto tempo negli ostacoli in sospensione e il piazzamento non è stato dei migliori». Depedri è arrivato ottantunesimo: dei 160 atleti scattati alla partenza, però, hanno completato il percorso solo in 90. A vincere è stato il britannico Albon, seguito dal belga Thibault Debusschere e dallo spagnolo Albert Soley Castells. Stefano Colombo, ottavo, già campione del mondo di categoria e due volte campione italiano, è stato invece il primo italiano a tagliare il traguardo. «Era il mio primo campionato europeo — commenta Depedri, unico trentino in Nazionale — posso accettare anche questo tipo di risultato. È stata comunque un’esperienza importante e da mettere a frutto».