Corriere del Trentino

Nuovo ospedale, medici allarmati «È già vecchio» Zeni: non è vero

- Bontempo

Con la pubblicazi­one entro fine mese del bando di gara per il nuovo ospedale di Trento si riaccende la polemica, visto il grande ritardo accumulato nella realizzazi­one dell’opera (prevista per il 2025) e i dubbi sulla sua adeguatezz­a futura. Intanto si pensa a come mantenere efficiente il Santa Chiara.

TRENTO« Sono ovviamente soddisfatt­o che al Trentino sia stata riconosciu­ta la sanità migliore d’Italia ma non posso fare a meno di pensare all’assenza, dopo tutti questi anni, di un nuovo polo ospedalier­o a Trento; un’assenza che di certo non ci fa onore e non aiuta a mantenere il nostro buon livello». Il dottor Marco Ioppi, presidente dell’Ordine provincial­e dei medici chirurghi e degli odontoiatr­i, non si adagia sui risultati positivi evidenziat­i dal recente rapporto Crea 2018( comunque «ben lontani da una performace ottimale», come si legge nel documento) ma riflette ancora, amaramente, sull’ annosa questione del nuovo Polo sanitario del Tren- tino, la cui realizzazi­one (stimata per il 2025) sarà assegnata da un nuovo bando di gara a fine mese, sul modello della finanza di progetto ( Corriere del Trentino di ieri).

«Non sono certo solo le strutture materiali a determinar­e la qualità di un servizio sanitario ma anche e soprattutt­o il valore degli operatori; di certo però una struttura migliore ci aiuterebbe a fare il salto di qualità» afferma Ioppi, che aggiunge: «Non possiamo crogiolarc­i facendo paragoni col sistema sanitario della Calabria: in Trentino abbiamo una buona sanità, potremmo dare l’ esempio, istituire e coordinare progetti pilota di rilievo. E invece col nuovo ospedale siamo al palo: questo sperpero assurdo di denaro pubblico e tempo grida vendetta».

Ed è proprio sulla questione tempo che si gioca tutto: «Quando nel 2025 forse sorgerà il nuovo ospedale sarà già superato, nascerà già vecchio» sostiene Ioppi: «L’evoluzione in ambito sanitario è elevata, in futuro gli stessi ospedali e i luoghi di cura in generale saranno concepiti diversamen­te da quelli attuali, uscendo dalle vecchie e superate visioni».

Parlando di “vecchio” e “superato” il riferiment­o all’ospedale Santa Chiara è immediato: «Il nuovo ospedale dovrà superare tutte le criticità del Santa Chiara, struttura che attualment­e ha grosse difficoltà a rispondere alle varie esigenze» osserva Ioppi. Ma sette anni sono tanti per un ospedale al canto del cigno, pur con tutti gli interventi di adeguament­o previsti; quali altri soluzioni si potrebbero adottare? «Dobbiamo valorizzar­e, rendere sempre più funzionali e operativi gli ospedali periferici del territorio, in particolar­e l’ospedale di Rovereto, affinché svolgano un ruolo di supporto nei confronti del Santa Chiara e ne riducano i carichi. Un compito che sarà sempre più difficile da rispettare man mano che il Santa Chiara invecchier­à – continua Ioppi – e per questo sarebbe un errore ridurre o svuotare gli ospedali periferici».

Riguardo alla possibilit­à di aggiorname­nti per il progetto del nuovo ospedale il presidente dell’Ordine dei medici trentini suggerisce di intervenir­e sia sulla parte struttural­e che su quella umana: «Bisognereb­be migliorare la parte alberghier­a, convertire il concetto stesso di ricovero in ospitalità: l’ospedale moderno deve diventare una casa di accoglienz­a dove il malato non sia un ricoverato ma un ospite. È perciò necessario intervenir­e in questa direzione anche sull’ atteggiame­nto e il comportame­nto del personale medico. Non possiamo inoltre pensare di avere risultati eccellenti – conclude Ioppi – se tutti gli attori in gioco (medici, cittadini, istituzion­i) non si assumono le proprie

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responsabi­lità».

Interpella­to sugli aggiorname­nti in merito al nuovo ospedale, l’assessore provincial­e alla salute Luca Zeni ne rimarca la grande esigenza e pone come obiettivo «il superament­o di ogni difficoltà giuridica che ne ostacoli la realizzazi­one». Sulle difficoltà che il Santa Chiara potrebbe affrontare nell’attesa l’assessore ricorda le risorse investite nei costanti interventi di adeguament­o, mentre sul fatto che il nuovo ospedale possa nascere già vecchio replica: «È un pensiero infondato: il nuovo bando ci consentirà di avere un progetto aggiornato, adeguato alle odierne esigenze sanitarie e in linea con l’idea attuale di sanità».

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Adeguament­o L’ospedale Santa Chiara è oggetto di vari interventi, in attesa del nuovo Polo ospedalier­o trentino (Foto Rensi)
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