La Marmolada contesa Fraccaro equidistante «Sentenza da rispettare»
«Le sentenze si rispettano ». Così il ministro Riccardo Fraccaro riesce a divincolarsi da una difficile presa di posizione tra il Veneto d’origine e il Trentino di adozione a proposito della contesa sulla Marmolada. Il ministro è tornato ieri al suo paese d’origine nel trevisano.
TREVISO Villa Eger è l’oasi verde dietro il Comune di Riese, il paese che porta il nome del Papa e oggi sai affida a un sindaco cantante. Giostrine da un lato, cerbiatti d’ altro. Qualche centinaio dimetri di camminata che Riccardo Fraccaro, ministro a cinque stelle per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, ha percorso ieri mattina dopo i saluti istituzionali in Municipio e prima dell’intervento pubblico. Era partito studente da Riese e ci è tornato venerdì sera, prima volta dalla nomina, con un ruolo di primo piano nel governo.
Fraccaro, che effetto fa tornare a casa da ministro?
«È incredibile, non ero così emozionato da quando ho giurato sulla Costituzione. È bellissimo, e spero di ripagare questo affetto».
Sarà un viaggio di ritorno lunghissimo dal Veneto dei Comuni che si sentono abbandonati al governo di Roma. Viene per annunciare qualche provvedimento per le amministrazioni locali?
«Riese Pio X è la terra che mi ha trasmesso i valori che mi hanno portato fino a dove sono, mi ha dato l’imprinting. Per questo sono contento di annunciare qui per la prima volta l’impegno del governo a consentire che i Comuni virtuosi possano utilizzare per i loro cittadini le tasse che raccolgono sul territorio».
È la partita degli avanzi di bilancio dei piccoli Comuni virtuosi?
«Sì certo. Il punto è che il patto di stabilità è stato rivisto in passato. Ma sono rimaste delle regole penalizzanti, come quelle sull’avanzo che i Comuni virtuosi non possono usare. È stato allentato, ma molte cose ci sono ancora: il punto è l’utilizzo degli avanzi che vogliamo sbloccare. Vogliamo proporre la modifica per decreto a luglio o al massimo entro fine anno in Finanziaria. I sindaci devono poter spendere i soldi che hanno».
Qui hanno molto a cuore il tema dell’autonomia.
«Quella non è una richiesta del Veneto nei confronti di Roma, è uno strumento per migliorare la struttura dello Stato: serve portare le decisioni e le responsabilità nei terri tori, lì dove i cittadini hanno il primo rapporto con l’ente pubblico. L’impegno è di rispettare il referendum e dare nel più breve tempo possibile quelle risposte che i veneti stanno chiedendo».
L’altra grande cicatrice che si vive nei suoi paesi d’origine è quella causata dal fallimento delle banche popolari. Arrivano o no questi soldi agli ex soci?
«Nel contratto di Governo ci siamo presi l’impegno di ristorare i truffati. Metteremo tutte le risorse necessarie per questo, vogliamo ampliare il fondo. Ma ci tengo anche a dire che è in corso una rifor- ma scellerata del credito cooperativo, la dobbiamo in tutti i modi scongiurare: vogliono riunire tutte le banche, metterle sotto il cappello di una Spa con potere di controllo, applicando il sistema della banca speculativa alle banche territoriali».
L’ altro fronte aperto in questo periodo è la candidatura per le Olimpiadi di Cortina 2026. Si schiera?
«Nell’ultimo consiglio dei ministri abbiamo espresso chiaramente la nostra posizione: sostenibilità economica e ambientale devono esse-
Non è una richiesta del Veneto nei confronti di Roma, è uno strumento per migliorare la struttura dello Stato
Olimpiadi Prima di finanziare eventi vogliamo mantenere le promesse fatte col contratto di governo
re i punti di riferimento, poi dal punto di vista formale deciderà il Coni. Ma devo dire che prima di finanziare eventi vogliamo abbassare le tasse, mantenere le promesse che abbiamo fatto col contratto di governo. Ci sono priorità».
A proposito di priorità. Pedemontana, entusiasmo per la Lega e scetticismo nel Movimento 5 Stelle. Quale è il suo punto di vista?
«Dobbiamo esseri seri su tutte le grandi opere che si affrontano in Italia. Stiamo studiando le carte per capire se quelle opere sono fatte per spendere soldi o sono fatte per il bene della collettività. Lo faremo anche per la Pedemontana».
E sempre sui rapporti tra M 5 Se Carroccio, co sane pensa dei 49 milioni “evaporati” dalle casse della Lega?
«Le sentenze vanno rispettate. Poi ognuno può avere le sue opinioni personali. Ma il governo non può che rispettare la divisione dei poteri».
Lei è riesino di nascita e trentino di adozione. Da che parte sta nel braccio di ferro per la Marmolada?
«C’è un iter giurisprudenziale, ci sono delle sentenze che dobbiamo, anche in questo caso, semplicemente rispettare».
La passeggiata nel parco di Villa Eger è finita, ministro. Ora la aspetta l’auditorium. Le capita mai di temere di non farcela? Di fallire?
«No, non ho paura. Sento la responsabilità, ma non ho paura. Per me questo è un momento non di celebrazione ma di rigenerazione, raccolgo tutte le vostre energie e me le riporto a Roma. Ho più voglia di fare che paura di sbagliare. Promesso».