Corriere del Trentino

Dagli Asburgo a Kafka Arco, dimora degli scrittori

- Di Silvia Vernaccini

Sul finire dell’Ottocento la cittadina di Arco, posta nella porzione meridional­e dell’Impero austro-ungarico, è meta prediletta di vacanze per la famiglia regnante degli Asburgo, così come per gli illustri personaggi dell’epoca. Il clima favorevole le dona l’appellativ­o di «riviera dell’Impero».

Ecco dunque un giovane Thomas Mann, che nel 1901 sul taccuino definisce la cascata del Varone, a Riva del Garda, «porta dell’Inferno», mentre nel 1909 e poi nel 1913 lo scrittore praghese Franz Kafka, malato, vi cerca sollievo dalla forte depression­e. E poi: Rainer Maria Rilke (1875-1926), il poeta, scrittore e drammaturg­o anch’egli di Praga, è ospite in più occasioni ad Arco, con la madre e l’amica Mathilde Goudstikke­r. Viaggiator­e instancabi­le, malgrado la salute fragile, durante i soggiorni gardesani (1897-1901), Maria Rilke ama passeggiar­e tra gli olivi secolari, le palme e i limoni, le chiese e il castello: «Oh valle ricca d’arie profumate! / Corron acque con mormorio leggero. / Oltre chiare colline ecco affiorare / paeselli che fumano pace, / solitari castelli.» (Weißt du, Nachgelass­ene Gedichte, Arco 21 marzo 1897). Il piacere del camminare Maria Rilke – esponente della letteratur­a mitteleuro­pea «della disperazio­ne e del sublime» – lo tradu- ce in liriche che oggi offrono ispirazion­e alla Rilke Promenade, la passeggiat­a attrezzata del Comune di Arco (Fino a Vigne sono 5 km e 3 ore).

Lungo il percorso s’incontrano l’eremo di San Paolo, qui Rilke scrive che «la porta accanto all’altare gettava un’ombra così incerta e tetra, che avevo ad ogni istante l’impression­e di vedere nel suo lieve ritrarsi il profilo grinzoso di una figura di vecchio monaco che con un volto di pietra si preparasse a officiare un freddo ufficio funebre» (Lettera a Mathilde N. Goudstikke­r, Arco 23 marzo 1897). Il secolare uliveto che abbraccia il castello di Arco e il piccolo santuario di Laghel, «ove le fanciulle malate del ‘ mal sottile’ (la tisi) andavano a pregare».

Gli alberi secolari del Parco arciducale voluto da Alberto d’Asburgo (1872), cugino dell’imperatore. Alberi arrivati quando Arco diviene residenza invernale della corte austriaca. E poi i mulini di Varignano e Vigne. La Rilke Promenade non può tralasciar­e la chiesa di Sant’Antonio abate di Chiarano.

Lungo l’itinerario, oltre ai testi e ai versi dell’autore, sono leggibili brani tratti dalle guide turistiche dell’epoca, in particolar­e quelle di Emilio Vambianchi (1873) e Max Kuntze (1898): un modo davvero piacevole per rivivere le emozioni dei viaggiator­i di inizi Novecento.

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