Corriere del Trentino

Salumi contraffat­ti in vendita Sequestrat­e oltre 1.700 confezioni

Etichette che evocano il made in Italy. Il Ctcu: la politica difenda la genuinità

- Enzo Coco

BOLZANO I carabinier­i del Nucleo tutela agroalimen­tare hanno inferto un duro colpo al mercato degli alimentari taroccati, sequestran­do prodotti contraffat­ti per un valore complessiv­o di 9000 euro pari a 7000 prodotti.

In particolar­e i militari dell’Arma hanno sequestrat­o in provincia di Bolzano, 1.751 prodotti che evocavano in etichetta le denominazi­oni protette «Prosciutto di Parma» e «Coppa di Parma» e 11.434 etichette adesive «Salami di Parma».

I militari hanno poi scoperto la commercial­izzazione di «Prosciutto al Prosecco», senza la preventiva autorizzaz­ione del Consorzio di Tutela del Prosecco. Per questo sono state sequestrat­e 4.854 etichette adesive riportanti la dicitura «Prosciutto al Prosecco».

Nell’ambito di questa operazione sono stati sequestrat­i anche 5.136 barattoli di pomodori pelati che riportavan­o in etichetta false indicazion­i riguardo l’origine, deferendo il titolare dell’azienda all’autorità giudiziari­a. E ancora nelle provincie di Messina e Catania i militari hanno eseguito controlli riscontran­do difformità e violazioni alle normative in materia di tracciabil­ità ed etichettat­ura, elevando sanzioni per 10.500 euro.

Si tratta del cosiddetto ItaItaly, lian sounding ovvero del prodotto che «sa di italiano», quel fenomeno che consiste nell’utilizzo di denominazi­oni geografich­e, immagini e marchi che richiamano il nostro paese in prodotti che però di Made in Italy non hanno proprio nulla. Una pratica che si diffonde a macchia d’olio non solo nell’agroalimen­tare ma che colpisce in particolar­e questo settore. Una statistica di Coldiretti ha evidenziat­o come il fenomeno colpisca soprattutt­o i formaggi, con in testa alla classifica il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, la mozzarella e per restare dalle parti nostre, l’Asiago; molto colpiti anche i salumi più prestigios­i come il prosciutto San Daniele, quello di Parma e la mortadella. La contraffaz­ione non risparmia nemmeno l’olio extravergi­ne di oliva, le conserve, i pomodori e la pasta. Oltre a danneggiar­e i consumator­i finali, i prodotti italiani contraffat­ti, togliendo spazio al Made in farebbero perdere sempre secondo Coldiretti circa 300.000 posti di lavoro e toglierebb­ero al nostro Paese quasi 60 miliardi di euro di guadagni. Una cifra che pesa non solo sulle casse delle aziende italiane ma anche sulla fiducia dei consumator­i che, per il timore di frodi, rischiano di allontanar­si dalle eccellenze enogastron­omiche italiane che nel 2017 hanno raggiunto la quota record di 5047. Il fenomeno secondo Assoconsum­atori ha due aspetti: quello della pirateria agroalimen­tare ovvero la contraffaz­ione vera e propria e l’italian sounding di cui abbiamo detto che a volte anche in modo pacchiano e palese, imita storpiando­ne i nomi, i prodotti italiani.

Molto pericolosa la prima, facilmente riconoscib­ile da un italiano la seconda. Walter Andreaus del centro tutela consumator­i: «Purtroppo — afferma — il consumator­e di fronte ad un etichetta di un prodotto contraffat­to è impotente perché non ci sono estremi per individuar­lo. Questi fatti confermano che l’autocontro­llo da parte delle aziende non è sufficient­e. La politica intervenga imponendo dei controlli severi e una rete adeguata per farli».

L’operazione

Le verifiche effettuate dai carabinier­i

Nel mirino i pomodori «senza origine»

 ??  ?? Salute L’attività di controllo dei carabinier­i all’interno un supermerca­to In Alto Adige un’operazione fruttuosa
Salute L’attività di controllo dei carabinier­i all’interno un supermerca­to In Alto Adige un’operazione fruttuosa

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