L’EPOPEA DELLE CASSE RURALI E LA TRASFORMAZIONE IN ATTO
Che i primi passi non fossero stati tanto semplici nessuno lo ha mai messo in dubbio. Basti infatti pensare alla mancanza d’esperienza, elemento sempre prezioso in simili iniziative; al fatto che le direzioni delle Casse (così si chiamavano allora i consigli di amministrazione) erano composte nella massima parte da poveri contadini, ignari di faccende amministrative e di quant’altro richiedesse la gestione di una società; e che altrettanto può dirsi dei segretari contabili, i quali statutariamente erano scelti tra i soci. Pur ammettendo che il funzionamento e la gestione di una Cassa rurale al tempo non era appesantita da procedure burocratiche come oggi, tuttavia è indubitabile che il difetto d’esperienza e preparazione tecnica rappresentò uno scoglio insormontabile. Ecco che allora divenne preziosa la collaborazione di molti sacerdoti e di alcuni maestri, personaggi che potevano vantare una certa dimestichezza con la materia. Oggi, come si legge anche dai giornali, si prospetta un’evoluzione dello scenario del credito cooperativo in cui vengono snaturate le radici e dove si evidenzia una sorta di pagella attraverso la quale si commissariano le banche meno virtuose; ciò avviene in verità con parametri non ben definiti. È di ieri poi la notizia di un coinvolgimento di Raiffeisen, Sparkasse e Isa per sostenere i nuovi progetti di un’azienda locale nel campo agroalimentare (pastificio Felicetti). Investimento questo che il mondo delle Rurali trentine non ha ritenuto sufficientemente «virtuoso», visto e considerato che l’aiuto finanziario è giunto da banche altoatesine. In passato si operava grazie al fiuto locale dei contadini che decidevano se dare o meno un contributo. Oggi la valutazione di un investimento passa attraverso parametri legati al rating aziendale. Uno strumento che certifica lo stato di salute. Possibile che solo le banche altoatesine abbiano intravisto nell’operazione Felicetti un approdo sicuro? Lorenzo Valla, TRENTO
Caro Valla,
Pubblico la sua lettera, anche se sul tema in questione mi sono espresso ieri, in quanto ho la percezione che l’accordo Felicetti-Isa-SparkasseRaiffeisen venga visto solo come una mera intesa finanziaria. Rimango convinto invece che l’ingresso nel mercato trentino delle banche altoatesine vada inquadrato all’interno di una trasformazione economica già in atto. Temo però che si faccia ancora fatica a dare una lettura approfondita ai nuovi scenari. Meglio allora darsi una mossa prima che il risveglio diventi brusco.