Quote Mediocredito Trento e Bolzano intesa sulla vendita
L’advisor sta definendo il prezzo delle azioni
La vendita delle azioni di Mediocredito ora in mano alle Province e alla Regione (52,5%), dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Sarebbe stata raggiunta l’intesa con Bolzano. Così la banca diventerà ramo corporate di Cassa centrale banca. Intanto si attende che il ministro Tria si esprima sulla moratoria.
TRENTO Le Casse rurali Trentine faticano a rispondere alle esigenze delle imprese locali: uno dei motivi è il fatto che, all’interno della riforma che dovrebbe far nascere il gruppo nazionale di Cassa centrale banca a gennaio (a meno di moratorie imposte dal governo Lega-M5s) è prevista la creazione di una banca corporate per le imprese incardinata su Mediocredito Trentino Alto Adige. La cui maggioranza è detenuta dalle Province di Trento e Bolzano e dalla Regione, che hanno avviato l’iter per la vendita. Però Bolzano, in particolare, va con i piedi di piombo: dato che il suo territorio non beneficerà dell’operazione, non intende svendere. Un problema per le Rurali trentine e Ccb, che stanno perdendo quote di mercato locale. Ora però sembra che l’accordo finalmente sia stato trovato e che l’obiettivo sia di riuscire a vendere le quote pubbliche entro l’anno, proprio in concomitanza con la nascita del gruppo di Ccb.
L’advisor è al lavoro per determinare gli importi. Alla fine dell’anno scorso, parlando della cessione di partecipazioni pubbliche, il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher in merito a Mediocredito confermava la cessione, ma aggiungeva: «Il punto è che non svenderemo, si tratterebbe di danno erariale. Prima valorizzeremo la partecipazione e poi venderemo».
Provincia di Bolzano, Trento e Regione hanno rispettivamente il 17,489% del capitale sociale di Mediocredito Trentino Alto Adige. Crr-Fin spa, il contenitore di Casse rurali e Raiffeisen, ha il 35,2%, con piccole partecipazioni di altre Bcc per arrivare al 36,5%. Mancano un 7,8% di Sparkasse, 2,9% di Volksbank, 0,2% di Itas. La banca ha 182 milioni di patrimonio, un capitale sociale di 58 milioni.
Un anno fa, commentando la semestrale positiva, il presidente di Mediocredito Franco Senesi (numero uno di Rurale Alta Valsugana) affermava in una nota: «La ripresa della redditività, la solidità patrimoniale, le competenze acquisite dal personale nel campo della finanza d’impresa e del project finance, che il mercato e la clientela corporate ci riconoscono, si auspica possano essere messe al servizio del nuovo gruppo bancario del credito cooperativo in fase di costituzione».
L’ostacolo più grosso, in questa fase, sembra essere ancora l’indecisione della Provincia di Bolzano, che starebbe ancora completando gli approfondimenti. Al Trentino desta meno preoccupazione il ruolo delle Raiffeisen altoatesine, anche loro in procinto di vendere le quote. A quanto si apprende ci sarebbe un sorta di accordo fra Raiffeisen, nell’orbita Iccrea, e Ccb, per cui, anche dopo l’assegnazione di Mediocredito Friuli a Iccrea e non a Ccb, il grado di bellicosità sembra essere basso.
Il ruolo di Mediocredito Trentino Alto Adige appare sempre più importante, proprio per non continuare a perdere mercato e diventare una banca locale per le imprese strutturate, ruolo che invece sta per venire occupato dalle altoatesine Sparkasse e Volksbank. Guardando ai dati 2017 a giugno Bankitalia diceva: il credito cooperativo trentino continua a calare. Un po’ alla volta le Rurali trentine perdono fette di mercato, ora sono al 47% per quanto riguarda gli impieghi, -3% sull’anno precedente e -10% rispetto al 2009. Le Raiffeisen invece a Bolzano trascinano l’aumento di impieghi, tanto da far aumentare la quota dello 0,6% e da portare la fetta di mercato al 44%, ormai a ridosso del 47% trentino. La Federazione Raiffeisen però correggeva al rialzo questi numeri in assemblea: 51% la quota sugli impieghi in provincia, 52% dei mezzi amministrati.