Centrodestra, Fugatti rimane favorito
Lungo vertice, nessuna decisione. Adesso saranno i partiti a dire l’ultima parola
La palla ripassa ai partiti: dopo un summit durato fino a sera, ieri pomeriggio il centrodestra autonomista ha ristretto il campo per il candidato presidente a «un’indicazione», che ora dovrà però dovrà essere vagliata da tutte le forze politiche della coalizione per poter ottenere un via libera. Questo l’esito dell’incontro al lago di Cei, lontano da telecamere e fotografi. Intanto però il clima rimane avvelenato per le dichiarazioni di De Laurentis.
TRENTO Hanno preferito un giardino immerso nella natura alle anonime sale cittadine. Ma i temi sono rimasti gli stessi: ieri pomeriggio, gli esponenti del centrodestra autonomista hanno dovuto fare i conti con i nodi ancora aperti in vista delle elezioni di ottobre. Primo fra tutti, quello del candidato presidente.
Le forze politiche della coalizione si sono ritrovate al lago di Cei, nell’arcieria «La Jurta» della famiglia Poletti. Di fatto, a casa di Marika Poletti di Fratelli d’Italia. Un tentativo (riuscito solo in parte) di sfuggire agli occhi di fotografi e giornalisti, per potersi confrontare in pace su temi decisamente spinosi. Primo fra tutti, la scelta del candidato presidente, con quattro nomi da vagliare: il sottosegretario leghista Maurizio Fugatti, la parlamentare di Forza Italia Elena Testor, il professore Geremia Gios (che questa volta si è presentato all’incontro: assente invece Rodolfo Borga) e il consigliere provinciale di Progetto Trentino Marino Simoni. Un confronto proseguito fino a sera. «Abbiamo un’indicazione unica sulla quale ora tutti i partiti si confronteranno al loro interno» si è limitato a dire a fine incontro il segretario della Lega Mirko Bisesti. Che non ha voluto fare nomi. Anche se, viste le indicazioni già uscite dal tavolo, il nome di Fugatti pare il più probabile. Si dovrà comunque attendere un altro giro di tavolo nei partiti prima di poter considerare chiusa la questione.
Intanto le dichiarazioni di Roberto De Laurentis (l’ex presidente degli Artigiani ha smentito la sua partecipazione al centrodestra, parlando apertamente di un documento contenente una possibile «spartizione di poltrone» tra i partiti) continuano ad inasprire il clima. A De Laurentis, pubblicamente, hanno risposto piccati Bisesti e Cia (Cor- riere del Trentino di ieri). Ma la questione non è ancora stata digerita. Tanto che tra gli esponenti del centrodestra, in queste ore, è tornato a circolare il «patto», risalente al 2005, che di spartizione di poltrone parlava. Questa volta per il Comune di Arco. Ma, con il calce, la firma dello stesso De Laurentis. In quel caso, il documento — due pagine scritte a mano — era stato condiviso da Renato Veronesi, Alessandro Amistadi, Marco Angelini, Fabio Zanetti, Stefano Tamburini e, appunto, De Laurentis. E prevedeva, in cambio del sostegno del centrodestra a Veronesi al ballottaggio, tra le altre cose la nomina a presidente della Fondazione Comunità di Arco «di un nominativo suggerito dalla stessa forza politica (An, Lega, Ppe) procedendo alla nomina di due rappresentanti» (l’ex guida degli Artigiani è stato in effetti presidente dell’ente). Insomma, il veleno continua a scorrere.
E non se la passa meglio il centrosinistra autonomista, che domani dovrebbe tornare a muovere qualche passo. L’attesa è per il parlamentino dell’Upt, chiamato a valutare le posizioni in campo, alla luce delle novità sul fronte della leadership, con il nome di Ghezzi a creare scompiglio.