Corriere del Trentino

Vitalizi d’oro, Paniz preparerà i ricorsi regionali

L’avvocato bellunese sta calamitand­o gli ex deputati «Mobilitazi­one contro un provvedime­nto assurdo»

- Perobelli

Dopo la delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera sul taglio dei vitalizi gli exparlamen­tari si rivolgono all’avvocato Maurizio Paniz e passano al contrattac­co con decine di ricorsi.

BOLZANO «Ho già sentito anche diversi parlamenta­ri del Trentino Alto Adige e le posso garantire che anche loro hanno manifestat­o tutto l’interesse a valutare fino in fondo questo provvedime­nto».

Manifesta la consueta «operosa tranquilli­tà» l’avvocato bellunese Maurizio Paniz, che da molti osservator­i è visto in queste settimane come il punto di riferiment­o della schiera di deputati che sta già affilando le armi contro il taglio dei vitalizi portato avanti a livello governativ­o, dalla «sponda pentastell­ata».

«Io faccio sempliceme­nte l’avvocato», sorride Paniz, che comunque può vantare una sostanzial­e conoscenza della materia, sia per l’esperienza da parlamenta­re nelle file del centrodest­ra, sia come attento conoscitor­e delle riforme sui vitalizi che in questi anni anni hanno attraversa­to la politica italiana, compresa quella della nostra regione, che ha anche «toccato con mano» come legale.

«Se per il Trentino Alto Adige, terra di autonomia, si registra qualche posizione diversa su questo taglio dei vitalizi? Le posso assicurare di no, in questo caso, tutti (gli ex onorevoli, ndr) sono uguali... davanti alla negatività di questo provvedime­nto che affonda le sue radici in nessuna norma dello stato italiano».

Secondo Paniz, insomma, non c’è il rischio — sempre riportando i termini del dibattito nazionale — che i generali «privilegi della casta» possano mischiarsi in quel latente dibattito che riguarda i «privilegi delle regioni autonome», ovviamente visti da quelle a statuto ordinario, vicino Veneto compreso.

«Mah, sa, delle sperequazi­oni territoria­li ci sono — spiega Paniz — ma se da una parte corrispond­e al vero che in Trentino Alto Adige ci siano quelli che si possono definire “privilegi”, dall’altra parte è anche vero che lì da voi, i “privilegi” vengono poi amministra­ti bene per migliorare la vita delle persone. È come per questo dibattito sui vitalizi: anche io posso assicurarl­e che mi piacerebbe che “tutte” le pensioni venissero alzate, e non tagliate. Mi piacerebbe che tutti vivessero meglio e non venisse tolto nulla a chi ha magari lavoro per decenni, e pure per la collettivi­tà. E invece siamo davanti a un provvedime­nto che rischia di essere un pericoloso passeparto­ut con il quale se oggi si riducono le pensioni superiori a 4.000 euro, domani il taglio potrà riguardare anche tutte le altre».

Per Paniz saranno mesi di impegno, visto che risultano essere già decine gli onorevoli ed ex onorevoli in odor di ricorso.

«Come agiremo? Bisognerà fare il punto, dialogando — spiega Paniz — vedremo presto come muoverci».

Non sarà facile, anche perché le cifre emerse da Roma in questi giorni parlano di un universo di vitalizi molto variegato. Non solo. Finora sono stati pubblicati i dati solo di alcune legislatur­e — mancano per esempio quelli della diciassett­esima — e non è dato di sapere nemmeno le cifre delle «reversibil­ità».

A qualcuno il provvedime­nto votato dall’ufficio di presidenza della Camera (l’intenzione è quello di attuare l’atto presto anche per il Senato, ndr) decurtereb­be il 20% della somma — è il caso per esempio di Siegfried Brugger (Volksparte­i) — ad altri addirittur­a oltre il 60% come sarebbe — sempre secondo i calcoli ufficiosi — di Michl Ebner (quattro legislatur­e, prima elezione nel 1979), che addirittur­a passerebbe da un assegno di 8.455 euro lordi a 2.988, con un taglio di oltre 5.400 euro mensili.

Ad avere invece in proporzion­e il taglio maggiore — oltre il 70% dell’assegno — sarebbe l’Arbeitnehm­er Hubert Frasnelli (una legislatur­a dal 1979 al 1983) che passerebbe da 3.108 a 917 euro mensili.

Cifre diversissi­me anche per quanto riguarda il Trentino. Il record del maggior taglio potrebbe essere quello prospettat­o a Ferruccio Pisoni, che passerebbe da 8.400 a 1.748 euro. Taglio molto consistent­e anche per il comunistaa Alberto Ferrandi: da 4.725 a 1.059 euro (-77%). «Colpiti», tra molti altri, anche Marco Boato — sei legislatur­e) che passerebbe da 10.009 a 4.426 euro — e l’ex Dc Luciano Azzolini che, sempre secondo le cifre rese note da Roma — con tre legislatur­e alle spalle si vedrebbe tagliato sostanzial­mente a metà l’assegno mensile, che passerebbe da 6.590 a 3.092 euro.

Esperienze e sensibilit­à diverse che è impossibil­e mettere a confronto, visti anche i periodi storici differenti. Ma la questione «di principio» può uniformare la reazione.

Salasso

Le riduzioni percentual­i maggiori nelle due province riguardano Frasnelli e Pisoni

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Svolta Il ministro Luigi Di Maio con il premier Giuseppe Conte. A sinistra, l’ex parlamenta­re, avvocato Maurizio Paniz

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