Fondi europei, allarme anche per il Fesr Bolzano rischia di perdere 40 milioni
Le spese certificate sono a zero, corsa contro il tempo per evitare il disimpegno automatico
BOLZANO La Provincia continua ad arrancare in materia di fondi Ue. I problemi non riguardano più solamente il Fondo sociale ma anche il Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale. A fine anno infatti ci sarà lo step intermedio del programma 2014-2020 e l’Ue taglierà automaticamente i fondi che non sono stati spesi. Se la Provincia non riuscirà a certificare la spesa, l’Alto Adige perderà qualcosa come 40 milioni di euro.
A lanciare l’allarme è il consigliere provinciale Paul Köllensperger che ha presentato una dettagliata interrogazione per chiedere chiarimenti sull’utilizzo dei fondi europei in Alto Adige. Dalla risposta del presidente della Provincia Arno Kompatscher si evince chiaramente che la situazione è tutt’altro che sotto controllo. E che i problemi non riguardano più solamente il Fondo sociale ma anche il Fondo europeo di sviluppo regionale.
Complessivamente i due programmi valgono più di 270 milioni in sei anni: 136 milioni per il Fesr e altrettanti per il fondo sociale. Una montagna di soldi che però la Provincia fa fatica a spendere. Un po’ per i ritardi accumulati nel corso di questi anni e un po’ perché, dopo lo scandalo sulla malagestione, un sacco di enti di formazione hanno chiuso i battenti e dunque non è facile trovare chi presenti progetti. Il problema è che se i soldi non vengono utilizzati, Bruxelles se li riprende. Un meccanismo denominato «disimpegno automatico».
Per evitare questo rischio, la Provincia ha provato a stringere i tempi pubblicando un bando dietro l’altro. Per quanto riguarda il fondo sociale sono già stati impegnati 37 milioni e, rivela Kompatscher, a breve ne saranno pubblicati altri per 14 milioni. Sul Fesr, dove non ci sono mai stati particolari problemi, gli impegni sono ancora più altri. Circa i due terzi del budget sono stati impegnati e molti progetti sono già partiti. La Provincia ha anche liquidato una parte degli anticipi ma Bruxelles non si accontenta degli impegni. La commissione pretende che la spesa venga certificata. Ovvero rendicontata e controllata. Ed è proprio qui che casca l’asino. Perché, come è costretto ad ammettere Kompatscher, le spese certificate stanno a zero. Ergo sarà parecchio difficile raggiungere i target che sono fissati a 23 milioni sia per quanto riguarda il Fondo sociale sia per il Fesr. Dopo il disastro del periodo di programmazione 2007-13, Bolzano rischia di perdere un’altra vagonata di milioni.
«A oggi — scrive Kompatscher nella risposta a Köllensperger — nell’assetto contabile dell’autorità di certificazione non sono stati registrati
Köllensperger «Pure il piano 2014-20 è partito male, ma come al solito non c’è un responsabile»
importi nè per il Fesr né per il Fse. L’Autorità ritiene possibile procedere alle attività di certificazione della spesa a partire dal mese di settembre o ottobre».
Anche se il governatore parla di una «situazione in via di normalizzazione», Köllensperger è tutt’altro che convinto. E parla di un nuovo pasticcio dopo quello dell’era Durnwalder. «Le rassicurazioni di Kompatscher non sono in linea con la realtà. La verità è che il programma 20142020 è iniziato male. La Provincia ha buttato decine di milioni e, come al solito in Alto Adige non si trova mai un responsabile» fa notare Köllensperger.