La voce degli impiantisti «Inutile limitare i flussi»
Per Bosco e Lazzeri: non serve limitare i flussi Sartori: «All’Alpe di Susi il blocco auto ha pagato»
Gli impiantisti non hanno dubbi: bisogna lavorare al 100% delle possibilità, magari allungando le stagioni: «Io credo che la soluzione potrebbe essere quella di distribuire i flussi riconsiderando anche dicembre e aprile come mesi di apertura», spiega il presidente di Anef.
TRENTO «I turisti che arrivano nelle nostre località vanno intercettati tutti. E se dovessero essere tanti allora si destagionalizzi e si consideri come mesi aperti alla ricettività anche quelli di dicembre e aprile».
Le parole sono del presidente di Anef del Trentino, Francesco Bosco. Il presidente degli impianti di risalita che fanno capo a Confindustria non ha dubbi: regolamentare i flussi turistici, come succederà al Passo Sella da martedì, non ha senso se la ricettività degli alberghi, come nella stagione invernale appena passata, lavorano al 67 per cento delle loro potenzialità.
«Fare turismo di qualità è un discorso troppo generico . —spiega Bosco—.
Io credo la soluzione potrebbe essere quella di distribuire i flussi allungando le stagioni». Il presidente di Anef Trentino pensa infatti che la soluzione migliore sia quella di tenere aperti più mesi gli impianti, sopratutto in inverno.
«Credo anche che con le funivie che abbiamo realizzato già facciamo turismo di qualità — sostiene ancora Bosco —. La qualità la si crea anche con le piste che da sempre offriamo ai nostri turisti. Sono aree di montagna che ci invidiano francesi e austriaci per come sono tenute. E d’estate questi spazi diventano luoghi incantevoli per chi cammina in montagna». Bosco poi sprona la categoria dei privati e dichiara:«Se gli impianti rimangono aperti più mesi — afferma — serve però che l’indotto ci segua e quindi i servizi tengano aperti anche in altri mesi». Poi c’è il fattore stranieri che paga in termini di presenze. La sola Madonna di Campiglio, lo scorso inverno, fa sapere il numero uno di Anef Trento, ha registrato 74.000 presenze di polacchi, seguiti dai Russi con 38.000. Stessi numeri li registrano anche coloro che arrivano dal Regno Unito. «Vengono qui perché trovano il Made in Italy in tutto e non si lasciano intimorire dal meteo, come invece facciamo noi italiani: loro sciano comunque».
Per il presidente di Dolomiti Supersky, Sandro Lazzeri, che dirige un consorzio di 130 aziende del settore, gli impianti per la ecosostenibilità turistica ci sono. Vanno solo meglio incentivati i servizi, sopratutto per le famiglie.
«Noi gestiamo una rete che senza toccare mai l’auto ti permette di fare 500 chilometri di montagna in una settimana — precisa Lazzeri —. Ora invece serve lavorare di più per rispondere a un nuovo sport che è sempre più praticato: quello della mountan bike. Per questo a breve nasceranno quattro nuove piste in alta Val Gardena»
Dal fronte Alto Atesino, invece, la scelta di regolamentare le auto come all’Alpe di Susi paga. «In quota non ci sono più autoveicoli — afferma il presidente dell’associazione Esercenti Funiviari, Helmut Sartori—. Si arriva, si lascia l’auto nel piazzale e poi si sale solo con gli impianti. Tutto ciò paga. Penso allora che là dove si può applicare vada fatto»