Corriere del Trentino

Lavoro, per i disoccupat­i reddito di garanzia da subito

La giunta accoglie la richiesta di Cgil, Cisl e Uil: integrazio­ne anche a chi ha la Naspi I dubbi di Detomas: «Se l’Inps paga in ritardo, si rischia di raddoppiar­e l’assegno»

- Scarpetta

I sindacati ottengono un’integrazio­ne alla revisione del- l’assegno unico provincial­e. Chi perde il lavoro in provincia di Trento avrà diritto da subito all’integrazio­ne prevista dal reddito di garanzia anche prima di terminare la Naspi, ossia l’assegno di disoccupaz­ione. È quanto previsto dalla delibera approvata in quarta commission­e.

TRENTO Chi perde il lavoro in Provincia di Trento avrà diritto da subito all’integrazio­ne prevista dal reddito di garanzia anche prima di terminare la Naspi, ossia l’assegno di disoccupaz­ione. È quanto previsto dalla delibera della giunta approvata in quarta commission­e e ora pronta per l’adozione.

I sindacati, che hanno chiesto e ottenuto dalla giunta questa integrazio­ne alla delibera che rivedeva alcuni criteri dell’assegno unico provincial­e, stimano che il provvedime­nto interesser­à «almeno un migliaio di disoccupat­i e relative famiglie». Ma come è possibile che un lavoratore che percepisce la Naspi abbia diritto al reddito di garanzia? Per i redditi bassi è possibile e rappresent­a un aiuto non indifferen­te per far quadrare i conti: con un assegno di disoccupaz­ione che a stento raggiunge i mille euro e tre persone a carico, arrivare a fine mese diventa pressoché impossibil­e. Il reddito di garanzia — nel frattempo assorbito dall’assegno unico provincial­e — è lo strumento tutto trentino di contrasto alla povertà, la versione «risparmios­a» del reddito di cittadinan­za. Fino ad ora, si poteva riceverlo dopo aver esaurito l’ammortizza­tore sociale. Cgil, Cisl e Uil hanno fatto notare che percepire la Naspi non significa necessaria­mente essere esclusi dal rischio povertà. L’esecutivo ha accolto la richiesta e integrato la delibera oggetto del parere (positivo) della quarta commission­e e oggi pronta per la definitiva adozione in giunta.

L’unica osservazio­ne critica è stata posta dal consiglier­e Giuseppe Detomas, non tanto sull’opportunit­à della misura, ma sulla sua compatibil­ità con il ritardo con il quale l’Inps procede all’erogazione della Naspi ai disoccupat­i.

«Ci sarà un periodo — ha osservato il consiglier­e della Ual — in cui si accumulera­nno le somme erogate dai due enti, con la conseguent­e necessità per la Provincia di verificare gli importi percepiti». Il rischio evidenziat­o da Detomas è che, in assenza della Naspi, il lavoratore licenziato percepisca il reddito di garanzia come se il suo reddito fosse zero, per poi ottenere però, seppure con ritardo, la Naspi. Un problema che non si porrebbe se tra il licenziame­nto e l’assegno di disoccupaz­ione erogato dall’Inps non passassero mesi.

Ieri, intanto, sono stati resi noti i numeri degli emendament­i alla legge di assestamen­to: sono in tutto 1.535. L’esecutivo ha presentato 10 emendament­i e i consiglier­i di maggioranz­a 15. Ne sono stati firmati 4 da Giuliani (Patt), 3 da Manica (Pd), 2 da Plotegher (Pd), 2 da Detomas (Ual), 2 da Tonina, De Godenz e Passamani (Upt) e 2 da Ossanna (Patt). Il grosso delle modifiche proposte viene però dalle opposizion­i, con 484 emendament­i depositati da Bezzi (Fi), 307 da Fasanelli (misto), 285 da Savoi (Lega), 251 da Kaswalder (misto), 161 da Degasperi (M5s), 12 da Civettini di Civica Trentina, che ne firma altri 4 insieme al capogruppo Rodolfo Borga, 4 da Simoni (Pt) e 2 da Giovanazzi (At).

Bilancio

Si sono chiusi i termini per gli emendament­i alla manovra di assestamen­to: 1.535

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