Mazzardis: sentenza Tenti, così si evita il clima di terrore Tommasini: sono contento
Assoluzione in Appello, l’esponente del Pd si dice soddisfatta
BOLZANO «Condivido in pieno questa sentenza, perché evita che si crei un clima di terrore tra funzionari delle amministrazioni. Una condanna avrebbe invece inevitabilmente comportato un condizionamento negativo di funzionari e politici chiamati a prendere decisioni ed avviare iniziative, anche e soprattutto in ambito culturale, come in questo caso». Nadia Mazzardis, presidente dell’assemblea provinciale del Partito Democratico altoatesino, commenta così l’assoluzione, da parte dei giudici d’appello della Corte dei conti, di Katia Tenti, difesa dagli avvocati Carlo Bertacchi e Fabrizio Francia. In primo grado Katia Tenti, all’epoca direttrice del dipartimento Cultura italiana della Provincia, era stata condannata a pagare 50.028 euro di danno erariale, assieme alla direttrice dell’ufficio cultura della ripartizione, Marisa Giurdanella (per 1.244 euro), al direttore della stessa ripartizione Antonio Lampis (anche in questo caso 1.244 euro) e all’assessore provinciale competente, Christian Tommasini (per 491 euro). L’ipotesi accusatoria era incentrata sulle spese sostenute dalla Provincia per la partecipazione al progetto «Capitale europea della cultura 2019», ed in particolare di un evento serale con cena svoltosi il 6 giugno 2011 al Museion. L’evento, nato con lo scopo dichiarato di sensibilizzare la popolazione locale sul progetto di Bolzano capitale europea della cultura 2019, era stato giudicato in primo grado un «opulento ed elitario incontro conviviale». La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti aveva stralciato già in primo grado il grosso delle accuse avanzate dalla Procura, che aveva contestato complessivamente spese per circa 500.000 euro: nel mirino, in particolare, erano finiti incarichi per 309.000 euro alla Cooperativa 19, 69.000 euro di contributi a Franzlab, più altri 100.000 euro spesi tra la consulenza di Peter Paul Kainrath e, appunto, la cena di gala al Museion organizzata assieme a Slow food. Alla fine i giudici della Corte dei Conti avevano giudicato legittimi praticamente tutti gli incarichi affidati dall’assessorato, eccetto la cena. L’ex funzionaria aveva presentato appello, che è stato ora accolto, in quanto, scrivono i giudici, «l’iniziativa Slow Food era inerente alle finalità istituzionali della pubblica amministrazione».
Nadia Mazzardis, che si era già schierata a difesa dell’operato di Katia Tenti, ora commenta soddisfatta la notizia dell’assoluzione: «A parte la soddisfazione personale, visto che conosco e stimo Katia Tenti, trovo corretta la decisione dei giudici. Se si dovesse iniziare infatti a mettere in discussione ogni scelta, allora si formerebbe un clima di terrore tra i funzionari. Se c’è la volontà politica di dar vita ad un’iniziativa culturale, i funzionari devono poter rischiare, buttando il cuore oltre l’ostacolo, anche perché ogni investimento in cultura, secondo me, è positivo».
L’ex assessore Christian Tommasini, che aveva invece deciso di non presentare ricorso, si limita invece ad un commento telegrafico: «Sono contento di questa decisione dei giudici».
L’iter
Accolto il ricorso della funzionaria: «La cena era inerente alle finalità istituzionali»