Corriere del Trentino

La direttiva Salvini a Trento «Basta scuola ai richiedent­i asilo»

- S. P.

TRENTO Formazione e integrazio­ne? Sì, ma solo per chi ha già ottenuto il permesso di soggiorno.

La nota che provava a limitare l’accesso dei richiedent­i asilo al servizio civile della Provincia autonoma di Trento non è un caso isolato. Anzi, è solo una delle tante espression­i del radicale cambiament­o in atto. Accade infatti che il ministero dell’Interno, due giorni fa, abbia fatto partire una circolare che va a ridefinire il modello vigente dell’accoglienz­a dei migranti «nell’ottica di ottimizzar­e i servizi e contenere i costi». In concreto, la direttiva sostiene che a tutti i richiedent­i asilo vengano assicurati i servizi assistenzi­ali di prima accoglienz­a, ma che «gli interventi per favorire l’inclusione sociale siano riservati esclusivam­ente ai beneficiar­i di forme di protezione». Ovvero, solo a chi ha già ottenuto il permesso di soggiorno. «Un’impostazio­ne che non condivido e che anziché risolvere dei problemi, ne crea altri più grandi — commenta l’assessore Luca Zeni. — Dobbiamo lavorare di più per far cadere la barriera linguistic­a e per favorire l’integrazio­ne, non per ghettizzar­e ulteriorme­nte queste persone. Seguire queste nuove indicazion­i, significa tenere i richiedent­i asilo ancora di più nel limbo. Per tre anni, sono impossibil­itati a fare qualsiasi cosa ed esclusi da ogni forma di integrazio­ne. Dunque, è molto più facile che possano incappare nelle sacche di criminalit­à» rileva Zeni. E da qui, immediato è il rimando alla prima versione della discussa circolare provincial­e sul servizio civile. «Non conosco la nota nello specifico, ma — attacca Zeni — mi sembrano posizioni propagandi­ste che seguono la linea del “prima gli italiani” senza capire che così facendo non si farà altro che peggiorare le cose».

Tornando alla direttiva nazionale, il nuovo iter prevede una differenzi­azione dei servizi offerti in relazione alle fasi di accoglienz­a dei migranti con l’obiettivo principale di «assicurare il risparmio della spesa pubblica». Per le piccole strutture, costituite da singole unità abitative situate in un territorio comune o vicino, saranno messi in rete i servizi amministra­tivi, di mediazione linguistic­o-culturale e di informazio­ne normativa, così da «conseguire economie di scala». Particolar­e attenzione sarà poi riservata alle basi d’asta dei servizi che saranno individuat­e sulla scorta dei prezzi standard stabiliti dalle centrali di committenz­a, ovvero indicati dall’Anac. Il tutto rispondend­o, secondo quanto indicato dal Viminale, alle raccomanda­zioni formulate dalla Corte dei Conti al termine dell’indagine conoscitiv­a sul sistema di prima accoglienz­a. «Le linee di intervento delineate — ha commentato infatti il ministro Matteo Salvini presentand­o la direttiva — permettera­nno di razionaliz­zare la spesa, uniformand­oci alla media dei paesi europei».

Zeni Un errore Per tre anni non potranno fare nulla Ghettizzar­li significa esporli alla criminalit­à

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Critico Luca Zeni

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