Provinciali, partiti ancora al palo
L’impasse sui candidati presidente blocca la campagna elettorale. Testor: io disponibile
È tutto ancora possibile. A 87 giorni dal voto per le provinciali, non c’è ancora una coalizione, un candidato presidente o un programma. Il centrosinistra si sta sciogliendo un po’ alla volta liquefatto dalla paura di perdere. Il centrodestra non riesce a concretizzare il consenso delle politiche e a Fugatti si sono affiancate Testor e Vescovi. Clima teso nel Movimento 5 stelle, ma Filippo Degasperi avverte: «Noi potremmo essere l’ago della bilancia».
TRENTO A 87 giorni dal voto, in Trentino non esiste una coalizione, un candidato presidente, un programma. «Prima i valori e la coalizione che ci si riconosce, poi il programma, da ultimo il candidato»: un mantra che ogni cronista di politica ha dovuto ascoltare e fingere di appuntarsi infinite volte. Un metodo quasi sempre disatteso: ogni lista o partito sta cercando un candidato presidente intorno al quale costruire una coalizione e, se avanza tempo, un programma. Nessuno, però, ci è ancora riuscito. Si è perfino arrivati al paradosso di avere la stessa possibile candidata, Ilaria Vescovi, prima evocata nel centrosinistra e, ora, nel centrodestra.
Parlare di cortocircuito del centrosinistra autonomista è eufemistico. È bastata la sola paura di perdere per sciogliere in pochi mesi un progetto politico ovviamente discutibile, ma solido e in sé coerente. La discussione cade solo incidentalmente su quanto fatto e su cosa fare: l’economia, lo stato sociale, la sanità, la mobilità, o altro. Il nodo della discussione è se Rossi sia o meno il candidato più adatto a vincere.
Indipendentemente da un programma di cui non si è mai parlato — ad esempio non si è mai aperto un dibattito franco tra chi come l’Upt vorrebbe mantenere inalterato il sistema sanitario e assistenziale e chi come il Pd chiede di razionalizzarlo — la presenza o l’assenza di Rossi sono da sole capaci di rimodellare i confini della coalizione. Discorso speculare per Paolo Ghezzi: nessuno ha avuto notizia di un vero programma di governo alternativo a quello di Rossi. L’appello in suo favore sembra evocare un potere salvifico del singolo, chiamato a guidare il popolo del centrosinistra attraverso il deserto.
Il centrodestra, all’indomani del 4 marzo, pareva già sulla rampa di lancio di un successo quasi scontato. Sanata la ferita del 2013, quando i soggetti territoriali di centrodestra decisero di correre senza partiti nazionali, il consenso della Lega salviniana, unito alla struttura territoriale, sulla carta avrebbe permesso di vincere senza troppo sforzo. Progetto Trentino, che fino al 3 marzo si era speso per il Patt e aveva aperto perfino all’odiato Pd, il 5 era già salito sul Carroccio. Quando si è cominciato a parlare di candidato presidente, lo slancio è venuto meno. «Noi — ripete il leader di Civica Trentina Rodolfo Borga — ci siamo già dichiarati disponibili a un’alleanza con il centrodestra (leggasi Lega, ndr), ma a condizione che il candidato presidente non sia espressione di partiti nazionali». Sì perché, nel frattempo, Silvio Berlusconi ha battuto un colpo indicando anche il nome della neosenatrice Elena Testor (Fi) come alternativa a Maurizio Fugatti. «Ilaria Vescovi — continua Borga — ci pare una figura volitiva e caparbia, un nome il suo su cui riflettere con attenzione. Nei prossimi giorni la incontreremo». L’accordo con il centrodestra, quindi, non è ancora scontato. «La situazione — conferma il capogruppo — è fluida».
Inutile dire che la situazione resta fluida anche in casa del polo «fantasma», il quarto: Francesco Valduga, Roberto Oss Emer e gli altri daranno davvero vita a una coalizione tutta territoriale staccata dai partiti nazionali? «Entro dieci giorni presenteremo la lista e il candidato sarà Valduga» ha ripetuto non più tardi di ieri ai microfoni della Rai il sindaco di Tione, Mattia Gottardi.
I 5 Stelle sono gli unici ad aver definito la coalizione: nessuna. Non ci sarà nemmeno una lista dei ladini, dopo che Roma ha risposto «niet» alla richiesta dei pentastellati trentini.
In questo quadro politico, i nomi dei possibili candidati presidenti si rincorrono, spariscono, ritornano, cambiano schieramento, senza che ancora sia chiaro di quali e quanti schieramenti si parla e sulla base di quali idee per il Trentino verrà governata l’Autonomia nei prossimi cinque anni.
Borga Alleati del centrodestr a se il nome non sarà di un partito nazionale