Corriere del Trentino

Novanta hostess tenute senza contratto

Nei guai una società di Riva del Garda. Contestata un’evasione di 160.000 euro

- Leone

Sono novanta le hostess reclutate da una società di Riva del Garda attiva nel settore marketing e che non sono risultate contrattua­lmente in regola a seguito degli accertamen­ti della Guardia di Finanza della tenenza locale. Si tratta di donne tra i 18 e i 50 anni che hanno prestato servizio in centri commercial­i e supermerca­ti di tutto il nord Italia. L’evasione complessiv­a stimata, tra mancati contributi e iva, ammonta a oltre 160mila euro.

TRENTO Ottantanov­e lavoratric­i, tutte donne tra i 18 e i 50 anni impiegate nei centri commercial­i del nord Italia per attività promoziona­li, e tutte senza regolare contratto. Venivano reclutate da una società di Riva del Garda del settore del marketing, gestita da un cittadino italiano e da un rumeno, ma —secondo quanto portato alla luce dagli accertamen­ti delle Fiamme gialle della tenenza rivana — pur firmando di fatto un contratto di lavoro a chiamata, la società ometteva poi la comunicazi­one agli enti preposti dell’instaurazi­one del rapporto di lavoro, non assicurand­o inoltre le lavoratric­i contro gli infortuni e non versando i contributi dovuti. Tutto questo, secondo le stime delle Fiamme gialle, ha portato a un’evasione fiscale e contributi­va da oltre 160mila euro.

L’indagine ha preso il via a seguito di una verifica fiscale effettuata sulle fatture relative alla pubblicità di cosmetici e profumi: dai primi riscontri è infatti emerso che la società si era avvalsa nel tempo di 145 lavoratric­i, tutte donne di età compresa tra i 18 e i 50 anni, per effettuare attività di promozione di prodotti di bellezza; i finanzieri hanno approfondi­to gli aspetti legati alla corretta instaurazi­one del rapporto di lavoro ed all’osservanza delle prescrizio­ni in materia contributi­va ed assistenzi­ale. A quel punto, sono state sentite tutte le lavoratric­i, per ricostruir­e l’attività effettivam­ente prestata e quantifica­re esattament­e le giornate e le ore di lavoro; all’esito dei controlli, delle 145 lavoratric­i censite 56 sono risultate in regola, mentre ben ottantanov­e dipendenti sono risultate in nero.

Le promotrici non in regola hanno confermato di aver prestato attività lavorativa, nei fine settimana, per periodi tra i due ed i cinque giorni ed orari medi di otto ore, con una retribuzio­ne giornalier­a di circa 50 euro. In media l’attività veniva effettuata nei centri commercial­i, in particolar­e in Lombardia e in Piemonte.

Il «meccanismo del nero» seguiva questo schema: il rappresent­ante legale e i collaborat­ori della società contattava­no le aspiranti promotrici telefonica­mente o via mail, proponendo loro l’impiego; ottenuta la disponibil­ità, facevano sottoscriv­ere un contratto di lavoro a chiamata e una lettera d’incarico, istruendo il personale sulle mansioni da svolgere e sugli orari di lavoro. Ad ogni promotrice veniva poi fornita una lettera di presentazi­one da esibire ai responsabi­li dei punti-vendita, che mettevano a disposizio­ne il materiale pubblicita­rio.

Sin qui, il rapporto di lavoro era costituito regolarmen­te; tuttavia, a questo punto, la società ometteva la comunicazi­one di instaurazi­one del rapporto lavorativo, omettendo anche di assicurare le lavoratric­i e di versare i contributi.

Sulla base delle dichiarazi­oni raccolte e dall’analisi dei contratti e delle lettere di incarico, i finanzieri hanno potuto dare un inquadrame­nto alle lavoratric­i, calcolando l’omissione contributi­va totale in circa 12.000 euro. Le 89 lavoratric­i sono state poi segnalate agli enti competenti per la riqualific­azione a loro favore della posizione retributiv­a e contributi­va, per un totale di 446 giornate, pari a 3.489 ore di lavoro effettivam­ente prestate. Alla società è stata contestata una maxisanzio­ne amministra­tiva, alla quale potrebbe essere abbinato un provvedime­nto di sospension­e dell’attività imprendito­riale.

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Verifiche Alcuni ispettori della Guardia di Finanza durante un controllo

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