Piano anticorruzione assente, Migazzi assolto
Condannato l’ex segretario della comunità di valle Gasperini: pena di un anno
TRENTO La vicenda processuale che ha visto protagonisti l’ex presidente della Comunità della val di Sole Alessio Migazzi e l’ex segretario della giunta Alberto Gasperini si è conclusa ieri con un’assoluzione e una condanna.
Entrambi gli imputati erano accusati di falso ideologico in atto pubblico: per la Procura, infatti, entrambi avevano indotto la giunta ad approvare il piano anticorruzione 2014 2016 senza che fosse allegato alla delibera. Per il fatto, Alessio Migazzi — difeso dall’avvocato Giovanni Rambaldi — è stato assolto dal giudice Giuseppe Serao, mentre Alberto Gasperini — difeso dagli avvocati Mattei e Ravelli — è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) e all’interdizione, per un anno, dai pubblici uffici.
La vicenda risale al periodo in cui Migazzi guidava la comunità di valle, mentre Gasperini ricopriva l’incarico di segretario. La giunta di allora approvò con una delibera il piano anticorruzione relativo al triennio 2014-2016, ma secondo le accuse mosse in un primo momento dal Movimento 5 Stelle, che presentò poi un esposto in Procura, l’atto avrebbe ricevuto il via libera senza essere allegato alla delibera stessa.
L’intera questione, come detto, era stata sollevata dall’allora deputato — e oggi ministro — Riccardo Fraccaro, che attraverso il movimento aveva presentato agli enti interessati una richiesta formale affinché si adeguassero alle norme nazionali sulla trasparenza, mentre il consigliere provinciale Filippo Degasperi aveva portato la questione anche di fronte alla giunta provinciale chiedendo un intervento. Successivamente, ritenendo che le amministrazioni non avessero agito per risolvere il problema, i 5 Stelle avevano presentato un esposto alla Corte dei conti per tutte le comunità che sarebbero state inadempienti mentre per far luce sulla vicenda della Comunità della Val di Sole anche fu presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica, la quale di fatto ha poi avviato un’indagine — culminata infine nel processo — nei confronti di Migazzi e Gasperini. Sia Fraccaro che Degasperi avevano inoltre avanzato istanza di costituzione di parte civile, ma il giudice Giuseppe Serao aveva respinto la richiesta, non ritenendo vi fossero gli estremi.
«Alla fine il giudice ha ritenuto che anche il mio assistito, all’epoca, fu indotto in errore dal segretario della giunta», commenta soddisfatto l’avvocato Rambaldi. «Già dalle prove portate, comunque, si evinceva come Migazzi fosse del tutto estraneo all’ipotesi di falso».
L’input
Il caso era stato sollevato da Fraccaro e Degasperi