Corriere del Trentino

Bce, autorizzat­o il gruppo di Iccrea banca

Magagni: «Passo importante». Adesso si attende il via libera a Cassa centrale Decreto in Gazzetta ufficiale. Kompatsche­r vede Tria: autonomia alle Raiffeisen

- di Enrico Orfano

TRENTO La Banca centrale europea autorizza Iccrea a costituire il gruppo nazionale del credito cooperativ­o. Intanto ieri è apparso in Gazzetta ufficiale il decreto proroghe che contiene i ritocchi alla riforma del credito cooperativ­o, tema di cui ha discusso il presidente altoatesin­o Arno Kompatsche­r a colloquio con il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Lo scorso 11 luglio era arrivata l’autorizzaz­ione per il gruppo provincial­e di Cassa centrale Raiffeisen. Ieri è arrivata quella per Iccrea, ora manca solo il via libera a Cassa centrale banca Trento e nell’ambiente si dice che dovrebbe essere imminente. Anche se si pensava che Ccb e Iccrea avrebbero avuto il via libera contempora­neamente.

L’ok è arrivato il 24 luglio, «con un mese di anticipo rispetto al limite di 120 giorni previsti dall’invio dell’istanza presentata da Iccrea, lo scorso 27 aprile». «L’autorizzaz­ione è per noi un risultato di grande soddisfazi­one — ha commentato Giulio Magagni, presidente di Iccrea Banca — è un altro passo importante a cui siamo giunti dopo un intenso lavoro. Il modello di governance contenuto nell’istanza che abbiamo presentato e che ha ricevuto l’autorizzaz­ione della Bce è volto a garantire la solidità delle Bcc, preservand­one l’autonomia e la natura mutualisti­ca per consolidar­e il loro sostegno al territorio». «I numeri dicono che il Gruppo bancario cooperativ­o di Iccrea sarà la prima banca locale del paese» ha aggiunto Leonardo Rubattu, direttore generale di Iccrea Banca. Il gruppo potrà contare su 144 Bcc, 4 milioni di clienti, 2.600 sportelli presenti in 1.720 Comuni italiani, un attivo di circa 150 miliardi, un patrimonio netto di 11,4 miliardi ed un Cet1 ratio superiore al 15%, dimensioni che lo collocano tra i primi 4 gruppi bancari italiani.

Da questo momento, prima del decreto, scattavano i 90 giorni entro cui ogni singola banca avrebbe dovuto convocare le assemblee per l’adesione al gruppo. Dopo il decreto di martedì 24 luglio — testo che deve essere convertito in legge entro 60 giorni — i giorni per le assemblee salgono a 180. Non è chiaro, in ogni caso, quale documentaz­ione i soci della banca andranno ad approvare. Quella autorizzat­a dalla Bce o quella integrata dal governo italiano? Da capire anche se le due piattaform­e saranno compatibil­i, se basterà un addendum per appianare le differenze, se in discussion­e parlamenta­re spunterà fuori qualche modifica, magari più di sostanza rispetto ai contenuti del decreto.

A quanto pare le Raiffeisen, infatti, cercherann­o di portare a casa un maggior grado di autonomia. A quel punto Bce e Bankitalia interverra­nno o meno? Ieri Kompatsche­r, dopo aver visto Tria, ha detto: «Alla luce del decreto sulla riforma delle Bcc ho chiesto al ministro che sia mantenuta l’autonomia delle singole Casse rurali, la cui capillare diffusione è una delle chiavi del successo economico del nostro territorio. Il ministro ha mostrato di essere ben informato sulla materia e sensibilit­à rispetto all’argomento». La sensazione è che i giochi siano ancora molto aperti.

Il testo del Tub modificato dal Milleproro­ghe innalza al 60% il capitale detenuto dalle Bcc nelle capogruppo («una modifica sostanzial­e, grande vittoria di Fdi», dice il senatore trentino Andrea de Bertoldi) e in cda prevede la metà più due di esponenti Bcc. Inoltre prevede che le capogruppo consultino le Bcc sulle strategie, «con assemble territoria­li i cui pareri però non sono vincolanti per le capogruppo». Poi ci sono i vantaggi per le banche «con classi di rischio migliori», il vecchio «risk-based» che Ccb non ha potuto applicare. Le Bcc più solide «definiscon­o in autonomia i propri piani strategici, nel quadro degli indirizzi impartiti dalla capogruppo»; «comunicano i piani alla capogruppo che ne verifica la coerenza con i citati indirizzi»; «nominano i componenti del proprio cda e in caso di mancato gradimento sottopongo­no alla capogruppo, ai fini della sostituzio­ne di ogni componente non gradito, una lista di tre candidati diversi». «La specificaz­ione del sistema di classifica­zione del rischio», che dirà quali banche potranno essere autonome, «è sottoposto all’approvazio­ne della Banca d’Italia».

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La sede di Iccrea Banca, una delle due capogruppo nazionali che stanno per nascere per effetto della riforma
Roma La sede di Iccrea Banca, una delle due capogruppo nazionali che stanno per nascere per effetto della riforma

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