Corriere del Trentino

La rassegna Il primo corno dei Berliner Philarmoni­ker all’auditorium Dopo Dobbiaco oggi il concerto con l’orchestra dell’Accademia Mahler Dohr suona a Bolzano

- Giancarlo Riccio

Torna oggi a Bolzano, dopo il successo fervidissi­mo di ieri sera a Dobbiaco. E oggi sarà all’auditorium di via Dante (20.30 con l’orchestra dell’Accademia Mahler e Lahav Shani sul podio) per uno degli appuntamen­ti più attesi del Festival Bozen 2018. In programma la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 di Brahms e l’Overture Tragica op. 81 sempre di Brahms. Ma lui, Stefan Dohr, tedesco, una intensissi­ma carriera di primo corno (dal 1993 è il ruolo che ricopre in quell’Everest sinfonico che sono i Berliner Philarmoni­ker) è atteso per il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra di Strauss scritto dal compositor­e nel 1882-83 a 18 anni. Il concerto è il più eseguito tra le composizio­ni per corno solista del 19° secolo.

E lei, maestro Dohr, è uno dei più grandi solisti di questo strumento.

«Che cosa dirle? Vivo a Berlino da 25 anni. Che resta un grande cantiere, un grande laboratori­o e, si sa, non solo per la musica».

Lei stasera, di nuovo, suonerà Strauss, Richard Strauss. A quali altri compositor­i è legato?

«Mahler, Bruckner, Brahms. Ad esempio. E il Wagner di Tristane und Isolde, legato anche alla mia recentissi­ma tournée latinoamer­icana. Ma Richard Strauss si suona secondo così volentieri che lo considero a me molto congeniale».

E infatti lo eseguirà spesso nei suoi prossimi concerti. Senta, vi conoscete con il direttore di ieri a Dobbiaco e di stasera a Bolzano?

«Non solo ci conosciamo. Abbiamo anche già lavorato insieme. Musica da camera. Con lui al pianoforte».

E allora che cosa significa per lei collaborar­e con altri musicisti e con differenti direttori?

«Sono sempre combinazio­ni diverse e io ricevo sempre molti stimoli. Se si lavora insieme in modo intelligen­te, si suona bene».

Il suo secondo amore dopo il corno?

«In passato ho studiato la viola, amo molto anche il violoncell­o. Ma come riesco a esprimermi con il corno non mi è possibile con altri strumenti».

Per lei la musica è anche l’invenzione del desiderio?

«Naturalmen­te, per chi suona il corno esiste sempre una dimensione e una memoria romantiche. Per il resto, lascerei la parola a chi ascolta».

Venerdì ha suonato a Dobbiaco, grande capitale mahleriana. Con quale sentimento?

«Un posto di grandissim­a storia e sensibilit­à musicali. E anche il tempo era buono…».

Dove si ascolta la migliore musica del mondo?

«Lei allude alla globalizza­zione, che si porta dietro tante componenti e tante possibilit­à. Berlino è il posto migliore in Germania. Penso a direttori stabili della mia orchestra come Simon Rattle e ora Kirill Petrenko. Ma anche a Daniel Baremboim».

Esiste qualcosa di meglio al mondo dei Berliner Philarmoni­ker? Conosciamo la storia prestigios­a dell’orchestra, i suoi protocolli di autogovern­o e di scelta del direttore stabile, unici al mondo.

«Ah, guardi (ride) proprio non saprei. Secondo alcuni siamo al terzo posto al mondo, dopo due istituzion­i entrambe europee o quasi… Altri pensano che potremmo essere i Ronaldo o i Messi della musica. Le rispondo allora che viviamo in un mondo musicale fantastico dove c’è posto per tanti».

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Musicista Stefan Dohr, tedesco, vanta una intensa carriera di primo corno dal 1993 nei Berliner Philarmoni­ker È atteso per il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra di Strauss oggi a Bolzano

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