Alla scoperta della Grande guerra nelle Dolomiti
Il Col di lana, località di confine tra l’impero austroungarico e il regno d’Italia, che vide morire ottomila soldati. La «città di ghiaccio», nel cuore della Marmolada, dove trovarono riparo decine di truppe asburgiche. La porzione di valle dove un tempo si snodava la ferrovia della val Gardena, sulla quale viaggiarono viveri, soldati, armi e munizioni. Le Dolomiti, oltre che di bellezza mozzafiato, sono montagne portatrici di storia: di opere, di eventi incredibili, di uomini che sfidarono l’altitudine, il freddo, le valanghe e la solitudine. Non a caso, per parte del primo conflitto mondiale si parla di «guerra bianca». Molti di quei luoghi, oggi, sono accessibili a tutti e raggiungibili anche con l’ausilio degli impianti di risalita: cento sono quelli di Dolomiti SuperSummer che collegano le vette di Trentino, Alto Adige e Veneto.
Patrimonio mondiale dell’umanità, le Dolomiti conservano ancora le tracce di quegli anni: in molte delle loro dodici valli, specialmente quelle un tempo terra di fronte bellico, le chance di andare alla scoperta di trincee, camminamenti, gallerie, baraccamenti, vie ferrate e musei sono numerose. A maggior ragione in questa estate, in cui ricorre il centenario della fine della Grande Guerra: l’occasione giusta per commemorare un secolo da allora all’insegna della pace.
«Coloro che alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Ventesimo secolo avevano scritto il proprio nome negli annali delle grandi “prime” alpinistiche sulle Dolomiti, si ritrovarono nei luoghi della loro passione a fronteggiarsi in maniera ostile, combattendo e morendo spesso per pochi centimetri di territorio — spiega il direttore del consorzio Dolomiti SuperSki Thomas Mussner — oggi i reperti storici, gli artefatti e le costruzioni nei punti strategici, spesso restaurati e resi accessibili al pubblico quale monito alle generazioni moderne, si possono visitare grazie ai cento impianti di risalita e alle tessere Dolomiti SuperSummer, per godere delle montagne più belle al mondo e allo stesso tempo non dimenticare gli insegnamenti del passato». La funivia del Lagazuoi conduce a 2.778 metri, da dove si raggiungono facilmente le recuperate postazioni di mitragliatrice e trincee sulla sommità. Toccando la cima del Plan de Corones con le cabinovie da Riscone, Valdaora e Passo Furcia, invece, si può vedere dall’alto la val Pusteria, via di comunicazione importantissima per la logistica militare. Ancora, salendo in quota con la cabinovia Predazzo-Gardoné si può ammirare tutta la catena montuosa, importante teatro bellico, del Lagorai.Tutti i dettagli sugli impianti aperti durante l’estate su www.dolomitisupersummer.com.