Corriere del Trentino

Nicoletti scuote i democratic­i «Una follia chiudere a Ghezzi»

L’ex deputato: diktat assurdi, si chiariscan­o i confini della coalizione

- Di Valentina Leone

TRENTO «Se fossi il centrosini­stra autonomist­a, direi che se non ci fosse Paolo Ghezzi bisognereb­be inventarlo». Michele Nicoletti, padre nobile del Pd trentino, presidente dell’assemblea parlamenta­re del Consiglio d’Europa e ora a capo della commission­e elettorale del partito, pur evitando di esprimere preferenze dirette, lascia intendere che la candidatur­a dell’ex direttore de L’Adige non vada messa all’angolo. Anzi,

Il suo è un endorsemen­t a Ghezzi?

«Io dico che solo un pazzo direbbe di no a lui, che è di fatto l’unico elemento di novità e questo gli va riconosciu­to. Che poi sia lui o meno il candidato presidente, penso che il Pd debba quantomeno mostrare apertura nei confronti di una persona che porta idee e che, pur venendo dall’esterno, ha un così forte sostegno».

Quindi pensa ci sia stata una chiusura nei suoi riguardi?

«Credo che in alcuni passaggi non siamo riusciti a esprimere sufficient­e apertura e questo è profondame­nte sbagliato, perché i nostri elettori devono poter trovare spazio, e non porte chiuse».

Diciamo che molti «big» del suo partito vedrebbero di buon occhio un Rossi bis.

«Il presidente uscente ha governato in modo positivo, seppur talvolta attuando scelte a mio avviso sbagliate. La sua disponibil­ità a ricandidar­si credo che sia un valore aggiunto per la coalizione. C’è però un punto su cui sia Rossi che Ghezzi vanno richiamati».

Ossia?

«A entrambi occorre chiedere cosa vogliono fare in Trentino. Ci sono scelte che andrebbero indicate agli elettori. Ad esempio: su alcune questioni legate alla sanità ci sono state delle divisioni, bisogna sciogliere i nodi e spiegare come si intende procedere. Occorre quindi che ci sia una chiara definizion­e dei contenuti».

L’impression­e è che il tempo stia per scadere e il Pd stia pericolosa­mente annaspando, manifestan­do un’incapacità cronica di decidere.

«Ho notato che c’è preoccupaz­ione, ma eviterei di drammatizz­are la questione dei tempi: è un tema rilevante ma faccio notare che nemmeno il centrodest­ra ad oggi ha ancora deciso. Ci sono tempi e riflession­i, siamo in una fase di transizion­e forte e credo sia giusto utilizzare tutti gli spazi a disposizio­ne. Trovo inoltre che ci sia estrema concentraz­ione sul tema della leadership, ma mancano alcuni presuppost­i».

Cosa intende?

«Intanto occorrereb­be chiarire i confini di questa coalizione. Quelli che pretendono di sedersi al tavolo delle trattative e addirittur­a minacciare di andarsene devono dire chiarament­e se ci sono o no. Nessuno ha il diritto di minacciare strappi senza però dire cosa farà. Il primo passo da fare è far firmare a tutte le forze che ci stanno un accordo, nel quale si dica anche che si accetterà qualsiasi candidatur­a scelta dalla coalizione,

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