Magoni-Spinetti, live da gustare tra jazz, rock, soul
Il duo protagonista di «Garda jazz» al castello di Arco In scaletta una miscellanea di rock, funky ma anche soul
in una sosta del loro instancabile tour.
Che repertorio presenterete in questa occasione? Avrete un occhio di riguardo per le canzoni del più recente Verso Sud?
Petra: «Di solito la scaletta la decidiamo il giorno stesso sulla base di tante variabili. Ci saranno i cavalli di battaglia ma anche canzoni che non abbiamo registrato in nessun disco: questo per garantire sempre la massima energia e imprevedibilità che la struttura di questo duo ci consente. Per quanto riguarda Verso Sud sarà sicuramente rappresentato: è un disco che abbiamo registrato dal vivo a Vicenza nell’ambito del festival Musica delle Tradizioni e ha quell’energia che live è ancora superiore agli album in studio».
Ferruccio: «Amiamo sorprenderci noi per primi: dopo più di mille concerti in 15 anni il senso di libertà nella scelta delle canzoni e degli autori ci salvaguarda dal pericolo noia. Verso Sud è un viaggio verso i Sud del mondo con canzoni come Amara terra mia e Vuelvo al Sur: il nostro fonico registra tutti i nostri live e riascoltandolo lo abbiamo trovato rappresentativo, sincero e appassionato».
Voi che calcate sempre più palchi internazionali che differenze riscontrate rispetto al pubblico italiano?
Petra: «Questa è una fortuna ma sempre più ci rendiamo conto di quanto la musica sia davvero un linguaggio internazionale: l’essere umano si nutre e si emoziona ovunque allo stesso modo. All’estero ci chiedono di cantare in italiano e all’inizio questo ci ha sorpreso perché pensavamo di dover assecondare il pubblico guardando più al mondo anglosassone. Il nostro pubblico ormai non è più di italiani all’estero: a giugno eravamo in un teatro lituano di 500 posti e non c’era nemmeno un italiano».
Dopo l’ultimo disco in studio La leggera (2017) a cosa state lavorando?
Ferruccio: «Pensiamo che un disco sia una piccola opera d’arte e che vada fatto quando si ha qualcosa da dire. Termineremo le date estive e poi avremo impegni separati, io con gli Avion Travel e Petra col Don Giovanni assieme all’Orchestra
di Piazza Vittorio. Per il nuovo disco ci troveremo a lavorare nel 2019».
Da musicisti onnivori quali sono i vostri ascolti musicali?
Petra: «Ascolto davvero di tutto da Monteverdi agli Stones: di recente mi sono innamorata dell’elettronica della Peace Orchestra e di Benjamin Clementine, che ancora non ho visto dal vivo».
Ferruccio: «Io spazio dalle suite di Bach a Niccolò Fabi. Da anni sono innamorato della musica brasiliana di Caetano Veloso e Chico Buarque ma come direttore artistico del Premio Bianca D’Aponte ho constatato che anche tra le giovani cantautrici italiane c’è tanta bella musica».
Petra: Canteremo cavalli di battaglia e pezzi mai registrati prima Ferruccio: dopo l’estate progetti separati, poi nuovo disco insieme nel 2019