Corriere del Trentino

Pronto soccorso, il 76% esce entro quattro ore

Le opposizion­i: «Servizio intasato». Zeni: è iniziata la campagna elettorale

- Mar. Mo.

Nel 2017 gli accessi al Pronto soccorso in tutta la provincia sono stati 221.527. Nel 90,7% dei casi i pazienti sono stati chiamati a visita entro 2 ore dal triage. Tutti i dati dell’Azienda sanitaria in risposta al sit in politico di Cia, Bezzi e Savoi.

TRENTO Nel 2017 gli accessi al Pronto soccorso in tutta la rete ospedalier­a provincial­e sono stati 221.527. Di questi i codici bianchi sono stati il 19%, i codici verdi il 64,2%, i codici gialli il 15,6% e i codici rossi l’1%. Nel 90,7% dei casi i pazienti sono stati chiamati a visita entro le 2 ore dall’effettuazi­one del triage e nel 76,4% dei casi sono stati dimessi non oltre le 4 ore di permanenza. I dati riferiti al primo semestre del 2018 confermano quasi fedelmente quelli registrati nell’anno precedente. È questo il quadro della situazione che l’Azienda sanitaria ha offerto ieri in risposta al sit in politico organizzat­o dai consiglier­i provincial­i di opposizion­e Claudio Cia, Giacomo Bezzi e Alessandro Savoi. In particolar­e, questo contestano l’effetto deterrente dei ticket di accesso sui codici bianchi. «L’introduzio­ne non ha prodotto migliorie, andando semmai a creare un intasament­o di persone accalcate nei pronto soccorso di Trento e Rovereto. Il sospetto è che i ticket stiano surrettizi­amente servendo a non ridurre gli accessi, bensì a fare cassa per l’Apss».

«Possono certamente verificars­i episodi e giornate — ha risposto il direttore sanitario Claudio Dario — in cui tali percentual­i non sono rispettate; le cause sono però da ricercare più nel concretizz­arsi di situazioni particolar­mente impegnativ­e che in presunti malfunzion­amenti del sistema. A titolo del tutto esemplific­ativo si pensi che nella giornata di domenica scorsa il servizio di elisoccors­o è stato attivato 26 volte con 20 trasporti primari, con il conseguent­e aumento del carico di lavoro sui diversi pronto soccorso provincial­i. E nella giornata di ieri gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara sono stati circa 300. Siamo di fronte a numeri del tutto eccezional­i. Il senso del concetto di rete ospedalier­a integrata — ha concluso Dario — sta proprio nella capacità del sistema di adattarsi ad affrontare giornate particolar­mente gravose in termini di numeri, ridistribu­endo il “peso” sulle altre strutture che compongo il sistema stesso».

I tempi di attesa dal triage alla visita superano le sei ore solo nello 0,4% dei casi, l’8,8% è tra le 4 e le 6 ore. I tempi di permanenza dal triage alla dimissione superano le 6 ore nel 10,7% dei casi, mentre nel 44,3% degli accessi avviene entro due ore.

«Quelle dei consiglier­i di minoranza — ha commentato l’assessore alla salute, politiche sociali e sport Luca Zeni — sono dichiarazi­oni di inizio campagna elettorale, che volutament­e non tengono conto della complessit­à del sistema provincial­e di gestione dell’urgenza/emergenza e che si dimostrano particolar­mente ingiuste nei confronti di tutto il personale coinvolto in uno dei servizi più delicati e importanti della sanità provincial­e. I dati evidenzian­o una realtà ben diversa, caratteriz­zata da serietà, profession­alità e efficienza. Non emerge peraltro nessuna proposta, solo volontà di polemica. L’auspicio è che non si pensi di passare i prossimi due mesi a strumental­izzare la sanità trentina per meri fini di polemica elettorale».

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Il presidio Savoi, Bezzi e Cia ieri davanti al Pronto soccorso

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