Corriere del Trentino

Ristorazio­ne, manca personale «Investire nella formazione»

Peterlana : assessore solo per il turismo. Fontanari: puntare sulla qualità

- Andrea Bontempo

TRENTO La Federazion­e italiana pubblici esercizi lancia un allarme per l’estate: rispetto al fabbisogno nel settore ristorazio­ne vi sarebbe carenza di personale, circa 50mila unità tra cuochi, camerieri, baristi, pizzaioli e gelatai, dovuta soprattutt­o all’inadeguate­zza dei profili profession­ali, ovvero alla mancanza delle competenze necessarie per ricoprire questi ruoli nei pubblici esercizi. Secondo il direttore di Fipe, Roberto Calugi, «l’analisi conferma, a dispetto di chi ritiene la ristorazio­ne un comparto a basso tasso di competenze, che nel settore la formazione è fondamenta­le».

Di ciò è assolutame­nte convinto Massimilia­no Peterlana, presidente della Federazion­e italiana esercenti pubblici e turistici della Confeserce­nti del Trentino, nonché proprietar­io del ristorante «Le due spade» di Trento: «Abbiamo grandissim­e difficoltà a trovare personale qualificat­o. Non si investe sulla formazione e questo rende la vita difficile alle piccole aziende, che si ritrovano delegate a dover formare adeguatame­nte dei dipendenti investendo tempo e risorse, fattori entrambi spesso assenti». Peterlana lancia quindi un rimprovero alle amministra­zioni locali: «In Trentino non c’è sufficient­e promozione e investimen­to per la ristorazio­ne e l’enogastron­omia, né un suo efficace

collegamen­to all’accoglienz­a: veniamo dati per scontati come settore, ci ritroviamo con moltissimi turisti senza avere le profession­alità per poterli servire al meglio. Mancano cultura, volontà e visione politica in tal senso». Per rimediare Peterlana propone varie strade: «Incentivar­e l’unione tra la ristorazio­ne e la produzione enogastron­omica e investire nelle scuole alberghier­e, valorizzan­dole e promuovend­o una loro sinergia per renderle poli di eccellenza. Inoltre — continua — serve un assessore solo per il turismo, senza altre deleghe: anche un tecnico, un profession­ista che venga da fuori provincia,

l’importante è che abbia una visione. Dobbiamo prendere atto che in Trentino non abbiamo una cultura dell’ospitalità. Bisogna investire nel settore come si è fatto per l’industria, e comunque saremmo già in ritardo: in Alto Adige sono stati fatti degli investimen­ti da tempo, lì ce l’hanno una visione».

Marco Fontanari, presidente dell’Associazio­ne ristorator­i del Trentino di Confcommer­cio, conferma appieno le ricadute locali dell’allarme lanciato dalla Fipe: « Nella ristorazio­ne vi sono grandi difficoltà nel reperire personale. Questo anche perché molti lavoratori non vedono l’impiego

in questo settore come un investimen­to». Anche Fontanari promuove con forza la valorizzaz­ione degli istituti alberghier­i: «Basta considerar­le scuole di serie B, le figure che ne escono sono indispensa­bili per l’economia di questo Paese, dove il turismo sarà il petrolio del futuro». La stoccata alle amministra­zioni non manca: «La ristorazio­ne in Italia viene sempre venduta come una grande valore ma andrebbe tutelata decisament­e di più. Il Trentino deve puntare sulla qualità dalla propria offerta, senza svendersi solo per fare grandi numeri».

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Accoglienz­a Il servizio di sala necessità di molte competenze, tra cui conoscenza delle lingue e cultura enogastron­omica

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