Corriere del Trentino

La festa dei pensionati Cgil a Caldes Purin: pensare al futuro dei giovani

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TRENTO Sono 140.000 i pensionati previdenzi­ali della provincia di Trento. E di questi circa il 35% percepisce un reddito sotto i mille euro. Le pensioni sopra i 3000 euro riguardano invece il 6,4%. In Trentino dunque la maggior parte di chi è al riposo dal lavoro (il 58 per cento), percepisce una somma che sta sopra i mille euro e poco sotto i tremila. Numeri, secondo fonti Inps, che attestano che vivere da pensionato in Trentino è meglio che in altre parti d’Italia.

L’analisi dei dati sui pensionati trentini è curata da Spi Cgil, che ieri attraverso il proprio segretario Ruggero Purin ha presentato la tradiziona­le festa estiva del sindacato che si terrà a Caldes il prossimo 8 agosto. L’appuntamen­to, per un sindacato che rappresent­a più di 13.000 mila iscritti, è un momento importane di confronto e conviviali­tà. Il tema della riforma previdenzi­ale sarà al centro di questo atteso incontro, che prevede anche la partecipaz­ione del segretario nazionale Spi Cgil, Ivan Pedretti, e del presidente dell’Anpi trentino, Mario Cossali.

Superare la legge Fornero e dare risposte ai giovani attraverso un mercato del lavoro con più tutele per gli occupati sono i temi che stanno più a cuore al sindacato dei pensionati, che per questo intende discuterli in occasione della festa.

«Serve passare dagli slogan alle azioni concrete — dichiara Purin nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri nella sede di Cgil —. Il mercato del lavoro, dopo la crisi, ha derubricat­o la stabilità contributi­va. Una strada che va contro un principio sancito anche dalla Costituzio­ne: quello della solidariet­à».

Per il segretario Spi, il principio si collega con la condizione dei giovani: «Si prospetta per loro un futuro difficile e quindi servono correttivi immediati — fa presente Purin — .Vivono di precarietà occupazion­ale e dunque di insicurezz­a contributi­va. Oggi chi paga per chi va in pensione dovrebbe poter contare sul fatto che un domani ci sarà qualcun altro che lo farà per pagare la sua di pensione».

Per Spi Cgil inoltre sono tante le contraddiz­ioni dell’esecutivo: «Tagliano le pensioni più alte da un lato e poi, dall’altro, introducon­o la Flat tax. Che giustizia c’è in tutto questo? E se oggi toccano le pensioni alte chi ci dice che domani non ritocchera­nno anche quelle più basse?».

C’è poi la questione immigrazio­ne al centro delle discussion­i dei pensionati Cgil: «Si è creato un clima di astio che va contro quell’Europa di pace e di difesa della differenza fra popoli» aggiunge Purin, che ha parlato anche di deriva fascista: «C’è una sorta di assuefazio­ne all’incattivim­ento — commenta — e con il sovranismo non si va da nessuna parte».

Per il sindacato dei pensionati del Trentino dunque gli stranieri sono una risorsa molto importante per il nostro sistema pensionist­ico: «Vengono per lavorare e quando lo fanno pagano i contributi anche per le nostre pensioni — puntualizz­a il segretario —. Se la politica non tiene conto di tutto questo allora stiamo andando alla deriva. L’Italia deve accogliere, così come l’Europa deve lavorare meglio per creare buone politiche dell’accoglienz­a».

A Caldes i partecipan­ti della festa potranno dunque stare insieme, confrontar­e le proprie idee e condivider­e numerose esperienze.

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Il 58% dei 140.000 pensionati vive con un reddito che va dai mille a quasi tremila euro. Numeri comunque più alti della media nazionale
Segretario Ruggero Purin (Spi Cgil) ha presentato ieri un’analisi sui dati Inps dei pensionati del Trentino. Il 58% dei 140.000 pensionati vive con un reddito che va dai mille a quasi tremila euro. Numeri comunque più alti della media nazionale

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