Prg, turismo, Bondone: rischio stop
Comune, preoccupa il clima elettorale. Serra (Pd): «Rossi? Troppo tardi per cambiare»
Le priorità sono tante: dal P r g a l p i a no turistico, dal Bondone alle riqualificazioni urbanistiche storiche. A settembre Palazzo Thun ripartirà da qui, ma a un mese e mezzo dalle elezioni provinciali il rischio è di rimanere impigliati nei meccanismi del voto. E anche le possibili fratture della coalizione provinciale potrebbero aprire nuovi scenari in via Belenzani. «Aspettiamo» dice Alberto Pattini. Intanto Paolo Serra (Pd) sostiene il Rossi bis.
TRENTO Per ora ci si limita a frasi pronunciate a mezza voce: del resto, nel pieno delle ferie, nessuno si lancia in discorsi politici troppo seri. Almeno a Palazzo Thun. Ma in vista della ripresa dell’attività comunale — prevista, come di consueto, all’inizio di settembre — in via Belenzani qualche ragionamento più approfondito non sfugge. Con da una parte le priorità che dovranno essere affrontate negli ultimi due anni di consiliatura e dall’altra le incognite — legate al voto di ottobre — che, necessariamente, condizioneranno anche l ’a t t i vi t à dell’amministrazione e del consiglio del capoluogo.
L’elenco dei temi più urgenti verrà definito probabilmente nell’incontro di maggioranza che tradizionalmente il sindaco Alessandro Andre a t t a co nvo ca ne i p r i mi giorni di settembre. Ma non è difficile indovinare le partite che impegneranno l’aula negli ultimi mesi del 2018. A iniziare da quella, delicata e tormentata, della revisione del Piano regolatore generale, rimasta «orfana» proprio in questi giorni del suo «regista» Mosè Ricci.
E al rientro dalle ferie, come succede ogni anno, dovrà partire anche l’iter per la costruzione della manovra finanziaria: un percorso che prenderà avvio dagli uffici, per poi approdare in consig l i o n e l l ’ u l t i mo mes e d e l 2018. Ancora: come annunciato, maggioranza e consiglio dovranno valutare il nuovo piano turistico del capoluogo, ma anche il piano di sviluppo del monte Bondone. Senza dimenticare le s f i de «annose» della trasformazione dei comparti ex industriali di Trento nord e dell’ex Italcementi, così come del riutilizzo dell’ex facoltà di Lettere.
Un elenco corposo, insomma. Che però rischia di arenarsi già alle prime battute: con le elezioni provinciali a distanza ravvicinata, infatti, la possibilità che il dibattito rimanga impigliato fin da subito nelle pieghe della campagna elettorale non è nemmeno troppo remota. Di più: le possibili candidature di qualche assessore (gli occhi sono puntati su Mariachiara Franzoia, Andrea Robol e Paolo Bi a s i ol i ) co ndi z i oneranno l’agenda. E la stessa richiesta del consi gl i e re di Insieme Trento Vanni Scalfi di rimetter mano all’esecutivo potrebbe provocare qualche scossone.
Ma il primo terremoto potrebbe essere ancora più vicino. Se i nfatt i l a coali z i one provinciale dovesse rompersi sul nome del candidato presidente, con Patt da una parte, Upt e Pd dall’altra e Verdi magari su una posizione ancora diversa, il quadro si complicherebbe ulteriormente. Con l’ipotesi — che qualcuno in via Belenzani ha già ventilato — dell’uscita dalla maggioranza di un gruppo autonomista già oggi spesso critico nei confronti di Andreatta. «Noi ovviamente siamo per il Rossi bis» sottolinea il capogruppo Alberto Pattini, che si dice «fiducioso» s ul l ’e s i to delle trattative. Ma ammette: «Questa situazione rovina i rapporti. Prima di qualsiasi decisione, in ogni caso, voglio capire da che parte andrà la coalizione provinciale».