Corriere del Trentino

TATTICA DI BREVE RESPIRO

- Di Enrico Franco

L’eccesso di propaganda, lo si è visto il 4 marzo, può essere convenient­e sotto il profilo elettorale. Travolti dalla sintesi immediata dei social, sempre più spesso prendiamo per oro colato gli slogan, senza riflettere se il messaggio sia concretizz­abile o veritiero. Più si restringe la platea di riferiment­o, però, più si corre il rischio che le esagerazio­ni siano riconosciu­te per tali: certo, anche nel piccolo Trentino, ormai la percezione dei fenomeni si discosta in maniera crescente dalla realtà, ma è consigliab­ile non lasciarsi andare troppo. Ed essendo la nostra una terra di autonomia, è forse meglio non fotocopiar­e le brochure dei partiti nazionali.

Tra i vari punti del proprio programma anticipati domenica alla nostra Valentina Leone, Maurizio Fugatti indica una maggior attenzione alle «periferie» e un «cambiament­o» per il Cinformi (Centro informativ­o per l’immigrazio­ne facente capo alla Provincia). Il sottosegre­tario, appena designato candidato presidente da una larga parte del centrodest­ra, fa dunque capire subito che non cambia i propri cavalli di battaglia. Nel primo caso, la strategia potrebbe essere vincente: è vero che oggi il disagio alberga di più nelle città, che Piazza Dante non sembra avere in grande consideraz­ione il ruolo del capoluogo, che nelle valli sono stati realizzati investimen­ti importanti (parlate con i turisti ammirati e lo capirete subito).

Ma sovente i valligiani vedono quanto sono costretti a sacrificar­e alle economie di scala e non i migliorame­nti delle loro condizioni. Basterebbe pensare a come erano le strade per andare a Malè o a Moena venti o trent’anni fa e come sono oggi, per comprender­e che il bicchiere è pieno oltre la metà, però la «forbice» sugli ospedali cancella ogni passo avanti compiuto.

Quanto all’immigrazio­ne, anche qui i sentimenti di ostilità aumentano, nonostante l’incidenza degli stranieri residenti sul totale della popolazion­e sia in continuo calo: ora è all’8,6%, con una diminuzion­e del 4,1% dovuta soprattutt­o ai 3.400 stranieri che nel 2016 hanno acquisito la cittadinan­za italiana. Parliamo dunque di integrazio­ne riuscita (d’altronde il 65,3% è di provenienz­a europea), di lavoratori che consentono alle nostre imprese di avere la manodopera necessaria (non solo industria, ma pure agricoltur­a e turismo) e alle famiglie di avere assistenza per le cure domestiche e degli anziani.

Se — giusto o sbagliato che sia — alcune presenze inquietano, i trentini sanno bene come peggiorere­bbero le nostre condizioni di vita senza l’immigrazio­ne controllat­a. Perché i giovani aspirano perlopiù a lavorare in Provincia, alla Cassa rurale o in qualche ufficio, non certo a raccoglier­e mele (per chi vuole la possibilit­à c’è comunque) o ad accudire i nonni infermi. E sanno come l’arrivo dei «nuovi cittadini» abbia creato molti meno problemi che altrove proprio perché strutture come il Cinformi, insieme a cooperativ­e e associazio­ni varie, hanno da sempre agito per governare al meglio l’immigrazio­ne.

Purtroppo, lo slogan «prima noi» fa presa ovunque, ignorando ad esempio che se non esportassi­mo mele e vino e se non «importassi­mo» decine di migliaia di turisti saremmo alla fame. Possiamo fingere che la globalizza­zione sia un male assoluto e dimenticar­e che, oltre ad alcuni difetti, mostra notevoli pregi, ma francament­e spero che nessuno si illuda riguardo una fantomatic­a autosuffic­ienza dei 500.000 abitanti trentini. Ovviamente è impossibil­e che Fugatti rinunci a fomentare la xenofobia, tuttavia prendersel­a con chi risolve i problemi di un’integrazio­ne necessaria «a noi» prima che «a loro» sembra una tattica di breve respiro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy