Corriere del Trentino

I contratti stabili crescono del 12% Cig, netto calo

Luci e ombre in Trentino nel primo semestre 2018. Netto calo per la Cig: -68,8%

- Nicola Chiarini

TRENTO Il lavoro dipendente, anche a tempo indetermin­ato, nel primo semestre 2018 cresce a doppia ci f r a nell a provincia autonoma di Trento, rispetto allo stesso periodo 2017. Stando ai dati dell’Agenzia del lavoro, tra gennaio e maggio sono stati instaurati 51.117 rapporti di lavoro, 4.493 in più rispetto ai 46.624 degli stessi mesi dell’anno passato, con + 11%, sovrapponi­bile al +12% registrato per i rapporti dipendenti senza scadenza (+464 unità). Valutando le dinamiche settore per settore emerge che le assunzioni sono state prevalente­mente nel terziario (+3.305), con il balzo più spiccato nel settore turistico (+2.180, equivalent­i a + 1 9 %) dov u to , s e co ndo g l i analisti, al buon andamento della stagione invernale che, dunque, ha influito soprattutt­o sulla crescita dei rapporti a termine. Una tendenza che dovrebbe riproporsi in estate, con proiezioni di saldo positivo entro fine anno. Nel secondario le assunzioni sono state 1.376, c o n mani f a t t u r i e r o (687, +12%) e costruzion­i (615, +22,9%) trainanti. Più modesto l’impatto del primario, 312 unità. Tendenze positive che si affiancano alle 1.849 stabilizza­zioni di contratti precedente­mente a termine, con una crescita del 72%, frutto di una impennata di 774 unità in più rispetto ai 1.075 registrati nella prima metà dell’anno scorso. Segno positivo anche per i nuovi contratti a tempo determinat­o (+2.730 unità). A questo va sommato un incremento anche delle altre forme di lavoro precario e atipico ossia quelle a chiamata (+1.118) e a somministr­azione (+464). Cresce, inoltre, l’apprendist­ato (+215). Tutti questi movi- menti hanno comportato una flessione degli iscritti ai Centri per l’impiego, stimata nell’1%. Prendendo a riferiment­o il solo mese di maggio, si è passati dai 38.028 iscritti del 2017 ai 37.703 del 2018. Cala pure il ricorso agli ammortizza­tori sociali, con un calo della cassa integrazio­ne scese del 68.8%, ossia da 683.705 a 213.134 ore autorizzat­e, equivalent­i a una stima di 108 lavoratori a zero contro i 347 dell’anno precedente. E insieme ai lavoratori occupati crescono le nuove imprese con 1.633 (+1,8%) attività registrate in Camera di commercio (Cciaa), con un saldo naturale di 86 unità a fronte di 1.547 cancellazi­oni volontarie. A queste si uniscono 350 cancellazi­oni d’ufficio, per inattività operativa accertata di almeno tre anni. Nel complesso, quindi, le imprese regi- s t r a te sono 50.768, di cui 46.400 attive, di cui 28.048 individual­i, con un’incidenza del 55,2%. Per peso, seguono le società di persone (21,4%), quelle di capitali (20,9%) lasciando alle altre forme giuridiche un ruolo residuale (2,5%). In difficoltà le imprese artigiane (442 iscrizioni e 557 cancellazi­oni, saldo -115), soprattutt­o per la contrazion­e nell’edilizia (-274 unità) che assestano l’insieme a quota 12.238 (-2,9% rispetto al semestre 2017). Aumentano, invece, le società di capitali (355 unità, +3,3%). Tra le nuove imprese, 507 sono state aperte da under 35. Calano, infine, le aziende a guida femminile oggi a quota 9.107 (-0,8% pari a - 78 unità) e extra Ue (-6,5% pari a - 36 unità) attestate a 2.564.

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